Un approccio che guarda sia al terreno che alla pianta, perché per migliorare la radicazione e incentivare lo sviluppo vegetativo di un'orticola, su questi due fattori è necessario lavorare simultaneamente. E la strategia di Xeda Italia va proprio in questa direzione: nel Sud Italia è tempo di secondi trapianti e per favorire l’ottimale fase di attecchimento e protezione degli apparati radicali l'offerta dell'azienda poggia su tre pilastri: Xedagreen, Xedavir e King.

Questa è una fase molto importante, in quanto dopo la solarizzazione dei terreni o del loro trattamento con fumiganti, questi si impoveriscono dal punto di vista dei microrganismi – sottolinea Gaetano Pisano responsabile tecnico di Xeda Italia - per cui l’apparato radicale ha molto bisogno del loro reintegro, a partire dalla fase di pre-trapianto”.
 

King è un biostimolante 100% di origine vegetale ad alto contenuto di amminoacidi ed arricchito con boro, manganese e zinco. Il formulato – con il 31% di amminoacidi totalmente di origine vegetale – agisce sul suolo fornendo energia per i microrganismi utili presenti nel terreno, regolando la disponibilità degli elementi nutritivi in funzione dell'assorbimento delle piante, senza perdite per lisciviazione o immobilizzazione. Mentre sulle piante stimola e favorisce lo sviluppo di nuove radici, fortificandole; inoltre facilita la divisione e la distensione cellulare a vantaggio dello sviluppo di germogli e radici; riduce la sensibilità alle avversità biotiche e abiotiche; infine intensifica l'attività fitofortificante con conseguente aumento della produzione.
 

Xedavir è il fungicida naturale di Xeda Italia, un formulato a base di Trichoderma asperellum ceppo TV1. Questo presenta un'elevata competitività e capacità di colonizzazione dello spazio e dei substrati di crescita in condizioni di pH, salinità e temperatura molto variabili; avendo così una spiccata azione di repressione e contenimento verso i responsabili dei marciumi radicali, tra le principali minacce delle coltivazioni orticole sotto serra. Questo agrofarmaco biologico per il contenimento delle malattie fungine del terreno – sottolinea Xeda – porta a un progressivo miglioramento della sanità della rizosfera.

E a proposito di rizosfera entra in gioco Xedagreen. Si tratta di un inoculo terricolo a base di 7 specie differenti di funghi micorrizici arbuscolari del genere Glomus spp, oltre che di Trichoderma e batteri della rizosfera. La micorizzazione con Xedagreen, illustra la società, espande la funzionalità delle radici della pianta tramite una fitta rete di ife, incrementandone così la superficie. Inoltre migliora l'assimilazione del fosforo e in generale l'assorbimento degli oligoelementi, ma anche l'efficienza idrica, la tolleranza agli stress abiotici e favorisce il perfetto attecchimento in fase di trapianto.

Con King, Xedavir e Xedagreen – tutti consentiti in agricoltura biologica – Xeda Italia mette quindi a disposizione dei produttori microrganismi di qualità per trapianti ottimali, dando al terreno e alla pianta quell'energia in più in una fase delicata e cruciale per lo sviluppo della coltura, con l'obiettivo di un intervento equilibrato per ottenere un aumento della produzione sia in termini qualitativi che quantitativi.