Ne è passato di tempo da quel "I promessi sposi" di Alessandro Manzoni, ove Don Abbondio esclama perplesso: "Carneade! Chi era costui?".
Divenuto da lì in poi sinonimo di persona sconosciuta che s'impone a un tratto all'attenzione, Carneade di Cirene era un filosofo greco vissuto a cavallo del secondo e del terzo secolo avanti Cristo. Sebbene sia stato fra i fondatori della Terza accademia di Atene, la sua figura passò in fretta all'ombra di filosofi più noti.
Ma oltre l'aneddoto su Carneade, dai filosofi greci ci giunge anche la celebre espressione "pánta rhêi", ovvero "tutto scorre", sintesi della lezione di quel Eraclito secondo il quale il mondo è in realtà un eterno divenire.
Quindi, non ci si deve stupire se oggi un'azienda cinese si affaccia in modo diretto sul mercato italiano degli agrofarmaci, tradizionalmente gestito da realtà di stampo prevalentemente occidentale. Lo sapevano anche i pensatori greci di oltre duemila anni fa che ciò poteva succedere. Quindi tanto vale prenderne atto.
La Rotam Agrochemical Europe Limited, filiale europea della cinese Rotam Global Agroscience Limited, è infatti entrata in punta di piedi fra le registrazioni circolanti nello Stivale.
Gestita da una generazione di giovani cresciuti nelle facoltà universitarie canadesi, la Rotam produce e difende a livello europeo sostanze attive come abamectina, tebuconazolo e nicosulfuron ed è pronta anche a sostenerle per quanto riguarda l'Annex III, ovvero il dossier relativo ai singoli formulati. Al momento i suoi prodotti sono distribuiti in Italia da alcune società del settore.
Dal primo di settembre però è stato nominato un responsabile vendite per l'Italia: Enrico Antonelli, figura nota da tempo nel mondo commerciale degli agrofarmaci.
Un segnale più importante di quanto possa apparire, dal momento che Rotam Agrochemicals parrebbe strutturata per competere alla pari con molte realtà attualmente considerate vincenti nel mondo dei generici.
Forte di uno strutturato laboratorio di ricerca e di analisi qualità, La Rotam esegue anche prove sperimentali sui propri campi aziendali, al fine di verificare la validità e la sicurezza delle proprie formulazioni. Qualcosa di diverso cioè da quanto fino a oggi la Cina aveva saputo trasmettere come immagine sia di Paese, sia di interlocutore commerciale.
Intervistato al proposito, Enrico Antonelli non cala ovviamente le carte che ha in mano e resta sul vago. Ma il 2013 pare essere proprio l'anno giusto per fare un salto di qualità dal punto di vista della presenza in Italia, magari anche con nuove registrazioni e nuove opportunità tecniche.
Non resta quindi che aspettare che, come sosteneva Eraclito, il divenire del mondo non si palesi nel tempo in modo più chiaro e che il futuro diventi presente.

I laboratori di ricerca e di controllo qualità