La compagnia danese di prodotti chimici Cheminova ha sottoposto alla Fao un piano per il ritiro graduale dai paesi in via di sviluppo di alcuni agrofarmaci altamente tossici, in linea con il Codice internazionale di condotta sulla distribuzione e sull’uso degli agrofarmaci.

La Fao ha salutato la decisione come “un passo avanti nella giusta direzione” nel processo in corso che vede il governo danese, la società civile, la stampa e la stessa Cheminova impegnati a ridurre i rischi derivanti dai pesticidi pericolosi.
L’amministratore delegato della Cheminova, Bjørn Albinus, ha sottoposto ieri quello che lui ha chiamato uno scenario “realistico” di ritiro dai paesi in via di sviluppo degli agrofarmaci che appartengono alla Classe I dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), tra questi il metil-parathion ed il monocrotophos, in un periodo compreso tra l’anno prossimo ed il 2010. Ma Albinus ha aggiunto che, se le condizioni lo consentiranno, il processo potrebbe essere accelerato.
Il direttore della divisione Fao di Produzione e protezione delle piante, Shivaji Pandey, ha fatto notare che in linea con quanto previsto dal Codice internazionale di condotta il processo di ritiro graduale dovrebbe avvenire al più presto possibile, ed in realtà “prima avviene meglio è”.
“Non c’è modo di garantire che le sostanze chimiche incriminate possano essere usate entro margini accettabili di rischio nei paesi in via di sviluppo”, ha aggiunto Pandey. L’impiego di questi pesticidi è stato proibito, o severamente ristretto, nei paesi Ocse la Fao vorrebbe vederli al più presto vietati anche nei paesi in via di sviluppo, dove chi lavora la terra molto spesso non ha un’adeguata protezione personale.
La Fao ha fatto notare che un crescente numero di paesi in via di sviluppo, tra questi la Cina, la Tailandia ed il Vietnam, stanno mettendo al bando l’impiego di metil-parathion, di monocrotophos e di diversi altri pesticidi della Classe I.
Pandey ha esortato altre compagnie ed altri governi a seguire questo esempio ed accelerare il ritiro dei pesticidi contenuti nella Classe I dell’Oms - quelli più nocivi e pericolosi - dai mercati dei paesi in via di sviluppo, secondo quanto raccomandato dal Codice di Condotta.

Fonte: Ufficio stampa Fao