I consumi di frutta secca nel mondo sono aumentati del 53% in volume negli ultimi 10 anni. E' quanto afferma l'Inc - Consiglio internazionale della frutta secca ed essiccati. 
Solo nell'ultimo anno le mandorle hanno registrano un valore di oltre 7,3 miliardi di dollari, che corrisponde al 24% dell’intero valore del comparto che è di 32 miliardi di dollari. Oltre le mandorle grande richiesta per noci, nocciole, pistacchio e anacardio. In termini di volumi la stagione 2015-2016 dovrebbe permettere di far raggiungere una produzione globale superiore alle 3,68 miliardi di tonnellate di frutta secca, in crescita del 16,5% rispetto al 2010-2011.
L’Italia è il decimo produttore al mondo. Nei primi quattro posti abbiamo Stati Uniti, Turchia, Cina e India. In termini di consumi siamo al quinto posto dopo Stati Uniti, Cina, Turchia e Germania.

In questo contesto, il Gruppo Besana sta giocando un ruolo di primo piano in Europa e nel mondo, con una presenza importante su tutti i principali mercati e segmenti. Nasce nel 1921 in Campania per opera di Emilio e Vincenzo Besana. Dopo 94 anni l'azienda è sempre un'impresa famigliare, ma è arrivata alla sua 4a generazione. Annualmente vengono lavorate 25 mila tonnellate di materie prime provenienti da oltre 30 Paesi e prodotte 100 milioni di bustine per un fatturato annuo di circa 170 milioni di euro.

Besana ha recentemente scelto il Macfrut per promuovere alcune delle sue novità e AgroNotizie ha intervistato Renato de Goyzueta, marketing manager del Gruppo Besana, per spiegarci i segreti del boom della frutta secca e presentarci questi nuovi prodotti.
 
Renato de Goyzueta, marketing manager del gruppo Besana azienda nata nel 1921 a San Gennaro Vesuviano (Na)
(Fonte immagine: © AgroNotizie)

E’ boom di consumi di frutta in guscio. Qual è la situazione in Italia? 
"La frutta in guscio in Italia è cresciuta molto - spiega de Goyzueta - sia in termini di consumi che di produzione. Il segreto è stata la scoperta della sua valenza nutrizionale, il suo legame con il benessere e la sua forte destagionalizzazione. Inoltre l'attività di promozione e d'informazione, come ad esempio il progetto Nucis, hanno sicuramente aiutato ad "evangelizzare" il mercato ed il consumatore.
L'Italia è però un po' più indietro: è forse cresciuta più in termini di valore che in termini di volumi, e la nostra propensione all'export lo dimostra. In questo ha influito sicuramente le criticità del mercato che hanno creato frizioni e rallentamenti: in primis l'aumento dei prezzi delle materie prime sia per difficoltà produttive, sia per speculazioni commerciali, sia per problemi congiunturali".


Quali sono le prospettive del mercato italiano e mondiale?
"A livello mondiale è indiscutibile il grande interesse. Le prospettive sono sicuramente positive. Grande supporto è arrivato e arriverà ancora dalla Gdo che ha giocato un ruolo chiave nella scoperta della frutta secca ed ha saputo gestirla nel tempo e nello spazio. 
Pensiamo però che esistano ancora grandi margini di crescita, visto come alcuni Paesi stiano solo da poco avvicinandosi a questi prodotti. Cina e india ad esempio hanno un bacino enorme di potenziali clienti: oltre 200 milioni di persone. Bisogna però essere innovativi. La capacità di proporre sempre nuovi prodotti e d'innovarsi in termini di processo e packaging è il segreto per il successo. Senza dimenticare che questa innovazione deve essere sposata dalla stessa Gdo e deve presentare un elevato livello di servizio aggiuntivo".
Una delle novità di Besana presentata all'edizione 2015 del Macfrut di Rimini (Fonte immagine - ©AgroNotizie) 

L’internazionalizzazione è nel Dna di Besana. Come vi state muovendo su questo fronte?
"Siamo un'azienda vocata all'internazionalizzazione e all'export: il 12% del prodotto viene venduto in Italia mentre l'88% è destinato all'esportazione. I principali destinatari sono la Gran Bretagna con il 48,6%, il Belgio con il 16,7%, i Paesi scandinavi con il 6,3%, la Cina con il 4,5%, la Polonia con il 3,1% e la Germania con il 2,3%.
Come dimostrano i dati il consumo di frutta secca in nord Europa è sicuramente maggiore che in Italia con segmenti di mercato più ampi e variegati. Ad esempio in Gran Bretagna, qualche anno fa, abbiamo attivato un innovativo modello di business che permette di ordinare via web la confezione desiderata e la miscela desiderata e farsela spedire direttamente a casa. Questo dimostra come sia presente un'alimentazione più consapevole, sana e propensa al consumo giornaliero rispetto a quella limitata allo snack come in Italia. Ci stiamo muovendo su nuovi mercati, soprattutto in Medio ed Estremo Oriente. Non disdegnamo anche l’Europa: Polonia e Ungheria in primis. Senza perdere naturalmente di vista i mercati più tradizionali".
Come vi state orientando rispetto allo sviluppo di prodotto? Quali le novità a marchio e quali a private label?
"Nonostante la mission principale di Besana sia lavorare con e per la "private label", abbiamo recentemente investito molto sul nostro marchio e sul marchio biologico.
Il Macfrut è stata l'occasione per presentare la nostra nuova linea a marchio Besana. Un logo che è stato anche rinnovato sostituendo il tradizionale semicerchio verde intorno al nome per essere sostituito da un semicerchio tricolore, per enfatizzare la nostra italianità. Il nostro nuovo catalogo diventa così sempre più articolato ed estremamente interessante.
Direi che il tema principale è l'innovazione, sia in termini di referenze che di packaging. Per quanto riguarda il packaging ricordiamo il DoyPack e il DoyBag: la finestra sul front assicura un comodo utilizzo del prodotto e il flip adesivo apri-chiudi garantisce una perfetta richiudibilità e conservazione del prodotto. Al loro interno prodotti votati al naturale ed allo speziato, gusti che trovano sempre di più l'attenzione del consumatore. Altra linea interessante è quella "snack" con frutta secca al tartufo, al parmigiano, al rosmarino e all'affumicato. Poi ci sono le nuove confezioni dei misti adatte per la prima colazione e per arricchire insalate e dolci".