Continua a crescere il progetto "Noci di Romagna", nato 17 anni fa per iniziativa dell'azienda agricola forlivese San Martino e dell'azienda rimininese New Factor, con l'obiettivo di far crescere la coltivazione del noce nei territori romagnoli.

"Abbiamo chiuso la stagione passata con 26 nuovi ettari - spiega Alessandro Annibali, amministratore delegato di New Factor - e ci apprestiamo ad aprire la stagione 2015-2016 con ulteriori 61 ettari.
Un trend positivo che ci permette di superare i 150 ettari investiti a noce nelle terre di Forlì, Faenza e Imola. Il nostro obiettivo è però raggiungere i 300 ettari entro il 2018 e superare i 500 ettari nel 2020.
La nostra produzione annua è di 2 mila tonnellate, pari al 5% della domanda nazionale. Le varietà che coltiviamo sono principalmente Chandler e Howard. Recentemente abbiamo messo a dimora anche impianti con la varietà Lara per ampliare il calendario di maturazione, vista la sua precocità rispetto alle precedenti, e poter così raccogliere noci da settembre ad ottobre.
L'investimento complessivo del progetto è di circa 10 milioni di euro fra valore dei terreni, messa dimora degli impianti e sviluppo di macchinari innovativi come la linea di sgusciatura con selezione ottica elettronica". 


La filiera fa la forza
Un aspetto importante di questo progetto è la creazione di un processo produttivo completo, dalla produzione alla commercializzazione.
"Il primo elemento della filiera è rappresentato dall'Azienda San Martino - prosegue Annibali - e altre aziende agricole pioniere che producono noci. Poi presso l'Azienda San Martino di Forlì viene eseguita una prima lavorazione. Successivamente presso la New Factor a Rimini viene definitivamente lavorato e confezionato, pronto per essere commercializzato sugli scaffali della distribuzione.
L'azienda riminese si impegna ad acquistare in esclusiva tutta la produzione delle aziende aderenti al progetto corrispondendo lo stesso prezzo che viene indicato dal Marketing Board Californiano ai suoi produttori. In questo modo riconosciamo lo stesso valore che viene pagato sul mercato californiano (punto di riferimento al mondo) a parità di calibro e varietà".

 
Alessandro Annibali di New Factor (a sinistra) consegna il certificato di affido di un noce del Progetto Noci di Romagna a Davide Drei sindaco di Forlì (a destra)
(© Lorenzo Cricca - AgroNotizie)

Crescono i consumi di noce
"La noce è un piccolo gioiello della natura, una bontà ricca di preziose sostanze benefiche. Le alte concentrazioni di acidi grassi Omega-3vitamina E e Arginina lo rendono un alimento unico che può contribuire al nostro benessere ed in particolare a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Per questo ed altri motivi stanno aumentando enormemente i consumi di noci in Italia e nel mondo".
La prospettiva quindi per il noce in Italia è positiva. Oggi la domanda interna è di circa 40 mila tonnellate contro un'offerta di 15 mila tonnellate, costringendosi ad importare noci dall'estero.

La giornata del noce 2015
Il 9 ottobre presso l'Azienda agricola San Martino a Forlì c'è stata la XI giornata sul noce, appuntamento di riferimento per il settore agroalimentare che da undici anni si rinnova con successo. Una giornata di confronto e studio sulla filiera della nocicoltura moderna, irrigua e meccanizzata: dalla dimostrazione della raccolta meccanizzata e di tutte le fasi della lavorazione del prodotto alla tavola rotonda sullo stato della filiera e sull'aggiornamento delle tecniche di coltivazione.
"Il noce deve essere coltivato in aree vocate - conclude Annibali - e in aziende che siano preparate a questa "nuova" cultivar. E' una specie frutticola che vuole alto livello di meccanizzazione, alto livello tecnico, discreta specializzazione e capacità imprenditoriali. Di contro però è in grado di dare alta qualità del prodotto e alto reddito.
Un'azienda agricola che vuole fare noce deve avere acqua, terreno pianeggiante o collinare, buon drenaggio del suolo, una discreta superficie a disposizione per la coltivazione (circa 6-8 ettari) e una visione a lungo termine, visto come la piena produzione si ha solo dopo il sesto o settimo anno d'impianto".

 
Noci al termine del processo di lavorazione pronte per essere confezionate e commercializzate 
(© Lorenzo Cricca - AgroNotizie)