L’agricoltura pisana scommette sul girasole. I produttori pisani continuano a credere e ad investire in questa produzione che continua a splendere, nonostante la concorrenza forte dei Paesi stranieri; Russia, Ucraina e Paesi dell'Est in prima fila. Più che raddoppiate in sei anni le superfici, +66%, destinate alla produzione di semi di girasoli per l’industria alimentare, energetica, farmaceutica e cosmetica. Sono quasi 5mila gli ettari che a rotazione ospitano il lungo fiore che corteggia il sole. Nel 2006 erano poco meno di 3mila. Nel pisano, nei suoi territori storici, Pontedera, Cascina, San Giuliano e la Val di Cecina in particolare, si produce, rispetto al periodo pre-crisi, quasi il 39% in più di girasoli spinto anche dalla crescita della richiesta di oli di origine vegetale - l’altro è l’olio di colza - che a livello europeo è aumentata, negli ultimi 15 anni, del 20% probabilmente anche in ragione delle sue doti salutari e dal fatto che si adatta a qualsiasi tipo di terreno senza richiedere particolari cure. Un nuovo impulso alla produzione di olio potrebbe arrivare dal mercato del biodiesel, qualcosa di più di una prospettiva che i produttori osservano con interesse.


A conferma il trend di crescita esponenziale a livello locale sono Coldiretti Pisa e il Consorzio agrario di Pisa sulla base dei dati Istat. La produzione totale di girasole ha portato il valore complessivo di questo settore a circa 3milioni di euro. “Nella Provincia di Pisa si produce – spiega Fabrizio Filippi, presidente provinciale Coldiretti - un quarto della produzione totale di girasoli contribuendo agli oltre 370mila quintali di produzione complessiva a livello regionale”. Godimento per la vista, i campi di girasoli sono diventati un elemento caratteristico del paesaggio al pari degli oliveti e dei vigneti in altre province. “Si tratta – spiega ancora Filippi – di una produzione che ha una resa importante dal punto di vista economico, che ben si sposa con la coltivazione in rotazione e con un territorio come il nostro a forte vocazione cerealicola. E’ un elemento distintivo e caratterizzante del nostro paesaggio”.

Leggermente inferiore, secondo le previsioni, il prezzo per acquistare un quintale di semi di girasole rispetto all’anno scorso, la raccolta è già parzialmente iniziata ma in ritardo per effetto dell’andamento climatico: “Le anomalie climatiche della primavera hanno posticipato la raccolta; la produzione è in linea con le previsioni – conferma Michele Conti, direttore del Consorzio agrario di Pisa – allo stato attuale i produttori hanno raccolto la metà dei girasoli. L’altra metà non è ancora pronta e ci sarà da aspettare ancora qualche giorno”. A minacciare questi decisivi giorni di maturazione sciami di piccioni capaci in pochi giorni di “spolpare” un ettaro. “Sono un problema molto serio al pari di cinghiali e altre specie della fauna ormai fuori controllo per numero e per presenza; – conferma Filippi – stanno diventando una motivazione per cui alcuni produttori stanno meditando di dismettere la produzione di girasole per far spazio ad altre coltivazioni”. Il messaggio è chiaro: “Bisogna intervenire – conclude – serve un piano di abbattimenti straordinario”.