Il Regno Unito ha tolto le restrizioni alle importazioni di piante ornamentali italiane e comunitarie dopo una fase di allarme dovuta alla preoccupazione per la presenza di Pochazia shantungensis.
Questo insetto, originario della Cina, era stato ritrovato in Europa per la prima volta nel 2021 in Francia e poi nel 2022 in Italia e nel 2023 in Germania, sollevando qualche preoccupazione.
Infatti l'Eppo, l'Organizzazione Europea e mediterranea per la Protezione delle Piante, l'ha inserito tra i parassiti dell'alert list, cioè di quei parassiti di cui fare particolare attenzione, mentre l'Unione Europea non l'ha mai riconosciuto come organismo da quarantena.
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Tuttavia il Regno Unito aveva deciso ad inizio anno una politica fitosanitaria molto stretta sulle importazioni dall'Ue, per evitare l'introduzione di questo insetto sul proprio territorio.
Una politica che ha portato anche alla distruzione di alcuni lotti di piante italiane su cui erano stati trovati degli esemplari e che ha comportato fino a poco tempo fa delle procedure di controllo e certificazione specifiche.
Una situazione che per le autorità fitosanitarie e politiche europee, e in particolare italiane, era considerata eccessivamente rigorosa e penalizzante, visto anche i danni solitamente molto lievi che può causare questo parassita.
Il danno principale infatti è dato dalla suzione della linfa e dalla produzione di melata che poi provoca lo sviluppo di fumaggine. Mentre le uova, sui rami più sottili, possono causare difficoltà nella circolazione della linfa e portare a una riduzione dello sviluppo dei rami stessi.
Così, grazie ad un lavoro di squadra portato avanti dal ministero e dal Crea che ha redatto un dossier sull'effettiva pericolosità dell'insetto, le autorità britanniche si sono convinte a eliminare le restrizioni, riportando alla normalità i rapporti commerciali con i paesi comunitari e in particolare con l'Italia.
Un traguardo importante soprattutto per il comparto florovivaistico nazionale che rimane un'eccellenza della nostra agricoltura.
