Regione Puglia ha approvato il provvedimento regionale che autorizza l'impianto, nella sola zona infetta da Xylella fastidiosa, di diverse specie arboree accertate resistenti o tolleranti all'organismo nocivo, mentre purtroppo l'infezione continua a propagarsi a cavallo tra le provincie di Bari e Brindisi.
 

Pentassuglia, opportunità di rinascita del territorio

"Si tratta di un'ulteriore importante opportunità di rinascita del territorio salentino vessato dalla batteriosi - sottolinea l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia a proposito degli ora possibili impianti di fruttifere -. La Regione Puglia, recependo il parere positivo del Comitato fitosanitario nazionale, autorizza gli impianti di agrumeti e di altri alberi da frutto. Il provvedimento è il risultato di una decisiva interlocuzione con il Mipaaf che ci ha consentito, con il supporto scientifico dell'Istituto per la protezione delle piante-Cnr di Bari e nel rispetto delle giuste istanze del mondo agricolo, di offrire una nuova chance di rilancio del paesaggio e dell'economia salentina".

Con atto dirigenziale dell'Osservatorio fitosanitario del 3 agosto 2021 entra in vigore, infatti, l'impianto di specie risultate immuni, resistenti, tolleranti o a bassa suscettibilità alla Xylella fastidiosa nelle zone infette. È possibile impiantare d'ora in avanti nella zona infetta, oltre alle cultivar di olivo, Leccino e FS17, varietà di mandorlo, ciliegio, pesco, susino, albicocco e tutte le specie di agrumi delle quali è stata dimostrata l'immunità al batterio.

"Ci aspettano importanti sfide - conclude Pentassuglia - per tutelare la nostra regione mettendo in campo, nel rispetto delle evidenze scientifiche, ogni azione utile a preservare economia e paesaggio, secondo due assi di azione, ovvero la riqualificazione del territorio e il contenimento della fitopatia. La strada è tracciata, ma serve l'impegno di tutti, istituzioni in primis, agricoltori, associazioni e cittadini per preservare un patrimonio che è la nostra ricchezza e un'ipoteca per il futuro delle giovani generazioni".
 

Emergenza xylella, altre sette piante infette a Fasano

Intanto prosegue la conta degli olivi infetti con il monitoraggio partito a maggio 2021 e registra altre sette piante malate a Fasano, portando a 43 gli olivi colpiti dalla malattia tra le province di Bari e Brindisi.  E pertanto "È necessario intervenire con urgenza per estinguere i focolai attivi e salvare la Piana degli ulivi monumentali" - scrive in una nota stampa  Coldiretti Puglia, in riferimento ai risultati elaborati da Infoxylella sui dati diffusi dal sito istituzionale Emergenza xylella, secondo cui dei sette olivi infetti a Fasano, il più a Nord dista circa 200 metri dalla zona cuscinetto e dall'agro del comune di Monopoli, proprio nel cuore della Piana degli ulivi monumentali.

"Secondo lo studio e il monitoraggio dell'andamento della malattia del Cnr di Bari, la diffusione della malattia è passata dagli 8mila ettari del 2013 ad oltre 8mila chilometri quadrati dell'attuale area demarcata, numeri che spaventano la Puglia ma anche il resto d'Italia. La numerosità delle infezioni riscontrate a Fasano, come già avvenuto a Carovigno, disegnano uno scenario oscuro già visto a Oria e Francavilla. Intervenire tempestivamente è un richiamo che abbiamo ripetuto quasi ossessivamente in questi anni per non mandare in fumo l'enorme patrimonio olivicolo, economico, turistico e paesaggistico della Puglia", sostiene il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

La xylella è certamente la peggior fitopatia che l'Italia potesse conoscere - denuncia Coldiretti Puglia:  in otto anni il danno al patrimonio olivetato ha superato 1,6 miliardi di euro. Dall'autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia - continua Coldiretti Puglia - si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, fino ad arrivare in provincia di Bari.