Soddisfatto il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio che ha dichiarato: "Vince il made in Italy, vincono i produttori onesti e i consumatori che ora potranno scegliere in totale trasparenza. Niente più informazioni ingannevoli né falsi sulle nostre tavole. Lo avevamo promesso e ora portiamo a casa questo importante risultato. Ce lo avevano chiesto i cittadini, le associazioni di categoria e le nostre aziende che ogni giorno, con il loro lavoro e le eccellenze agroalimentari prodotte, portano in alto il nome del nostro paese nel mondo. Noi siamo dalla loro parte".
Anche Coldiretti plaude alla notizia e ricorda che la norma è voluta dal 96% degli italiani che hanno partecipato all'ultima consultazione pubblica del Mipaaft.
"E' una grande vittoria per agricoltori e consumatori per dare la possibilità di conoscere finalmente la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti fino ad ora nascosta ai consumatori" ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che ha aggiunto: "ma anche per difendere l'efficacia in sede europea dei decreti nazionali già adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, latte, riso e pomodoro. Una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nell'Unione europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno".
L'organizzazione agricola precisa che le maggiori preoccupazioni sono determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi. "L'esperienza di questi anni - si legge nella nota di Coldiretti - dimostra l'importanza di una informazione corretta con l'obbligo di indicare in etichetta l'origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. L'etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti è stata introdotta per la prima volta in tutti i paesi dell'Unione europea nel 2001 dopo l'emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia. Da allora molti progressi sono stati fatti, anche grazie al pressing della Coldiretti, ma resta l'atteggiamento incerto e contradditorio dell'Unione europea che obbliga a indicare l'origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero".
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Fonte: Agronotizie