Rimandata la decisione finale sulla clausola di salvaguardia dell'Ue per le importazioni di riso da Cambogia, Myanmar e altri paesi del Sud Est asiatico.

E' mancata la maggioranza qualificata sulla proposta di ripristino dei dazi sull'import in Europa di riso da Cambogia e Myanmar e si registra, quindi, l'assenza di parere al Comitato "Sistema preferenze generalizzate" lo scorso 4 dicembre. In occasione della riunione tenutasi a Bruxelles, tredici paesi hanno votato a favore, otto contro e sette si sono astenuti. La decisione passa ora alla Commissione europea.

 

La lettera di Confagricoltura

Una delusione per Confagricoltura che sollecita la Commissione a varare il regolamento di esecuzione con il ripristino dei dazi sulle importazioni di riso da Cambogia e Myanmar in tempi brevi, anche in assenza di parere del suddetto Comitato. "E' un atto dovuto nei riguardi dei risicoltori italiani ed europei", ha dichiarato il presidente dell'organizzazione agricola, Massimiliano Giansanti, che ha scritto un lettera con questa richiesta al presidente della Commissione europea, Jean- Claude Juncher, alla vicepresidente, Renata Mogherini, al commissario per l'Agricoltura e lo Sviluppo rurale, Phil Hogan, e al commissario per il Commercio, Cecilia Malmstrom.
 
Una precisazione arriva da Confagricoltura: sotto il profilo procedurale, l'assenza di parere dà alla Commissione europea piena facoltà di scelta sui prossimi passaggi: dal varo della proposta di regolamento, al suo ritiro o a una modifica del testo per una nuova discussione in seno al Comitato "Sistema preferenze generalizzate". L'organizzazione agricola ricorda inoltre che la proposta della Commissione poggia sui risultati dell'indagine diffusa nello scorso novembre, dalla quale è emerso che nel periodo 2012-2017 il riso prodotto in Cambogia e Myanmar è arrivato sul mercato dell'Unione europea in quantità e livelli di prezzo tali da determinare serie difficoltà agli operatori europei del settore.

"Il ripristino dei dazi è un atto dovuto nei confronti dei risicoltori europei che hanno subito negli ultimi anni una riduzione dei prezzi oscillante tra il 20 ed il 40 per cento. Di conseguenza, gli investimenti a riso Indica sono crollati in misura del 40 per cento, con pesanti conseguenze anche di natura sociale. Sono fiducioso - ha concluso il numero uno di Confagricoltura - che la Commissione deciderà di dare corso alla propria proposta, che ha comunque ottenuto un largo consenso tra i rappresentanti degli Stati membri".
 

Cia: dazi non solo per il primo anno

Dino Scanavino, presidente Cia, ha commentato: "Da parte nostra, continuiamo la nostra battaglia per dire basta al flusso enorme di riso asiatico che, entrando in Europa a prezzi troppo bassi, ha portato a una sorta di concorrenza sleale danneggiando i nostri agricoltori". L'Italia resta il primo paese produttore di riso comunitario, si legge in una nota di Cia, con circa 230mila ettari seminati e una produzione stabilmente superiore al milione e mezzo di tonnellate. "Resta inteso che, per Cia, è fondamentale il ritorno dei dazi alle importazioni di riso dal Sud-Est asiatico a 175 euro a tonnellata, non solo per il primo anno ma anche per gli anni successivi" ha precisato infine Scanavino.