"Tutelare i prodotti di montagna vuol dire premiare il lavoro di migliaia di piccole e medie imprese. E vuol dire anche riconoscere il valore sociale, ambientale e turistico di queste aree". Così il ministro dell'agricoltura Gian Marco Centinaio ha commentato il decreto che, lo scorso 3 agosto, ha istituito il marchio "Prodotto di montagna".
"Con questo marchio – ha proseguito Centinaio – sarà più facile per i consumatori riconoscere e scegliere queste produzioni made in Italy".

Il logo realizzato dal Mipaaft, verde e con una montagna stilizzata, sarà utilizzato sui prodotti previsti dal regime di qualtià omonimo
L'indicazione facoltativa di qualità "Prodotto di montagna" è riservata alle materie prime che provengono essenzialmente dalle zone montane e agli alimenti trasformati, con trasformazione, stagionatura e maturazione avvenuta in montagna.
Per i prodotti di origine animale invece il marchio può essere applicato se la porzione di mangimi prodotti in zona di montagna, somministrata agli animali e costituente la dieta annuale, espressa in percentuale sulla sostanza secca, non è inferiore al 50% per gli animali di allevamento diversi dai ruminanti e dai suini, 60% per i ruminanti, 25% per i suini. 
Le percentuali non si applicano agli animali transumanti nei periodi in cui sono allevati al di fuori delle zone di montagna. L'allevatore mette a disposizione degli organi di controllo le informazioni relative all'allevamento di montagna (numero, specie animale, codice Asl) e alla dieta annuale adottata.

Gli operatori che intendono utilizzare la dicitura facoltativa di qualità "Prodotto di montagna" devono trasmettere il modulo allegato al Decreto alla Regione ove è situato l'allevamento o l'azienda di produzione dei prodotti di montagna o lo stabilimento di trasformazione dei prodotti. Le Regioni stesse provvederanno successivamente a inviarlo al ministero.


L'agricoltura montana in Italia

Il comparto, secondo i dati della Fondazione montagne Italia, ha un valore di 9,1 miliardi di euro di cui 6,7 miliardi negli Appennini e 2,4 miliardi nelle Alpi.
"Dati che confermano quanto il settore, con le sue filiere sia importante - commenta il presidente nazionale di Uncem Marco Bussone - Con le associazioni di categoria, grazie al lavoro del Mipaaft, vogliamo valorizzare e far crescere le imprese e alimentare una nuova consapevolezza culturale nel consumatore. Grazie al marchio, i cittadini potranno riconoscere più facilmente dalle etichette le produzioni e supportare queste attività e il loro valore non solo economico, ma sociale e ambientale". 

"Agricoltura in montagna - prosegue Bussone - vuol dire prevenzione del dissesto idrogeologico e crescita dei flussi turistici, tutela del paesaggio e lotta alla desertificazione nonché all'avanzata del bosco che limita la superficie agricola. Mi auguro che molte imprese utilizzino il marchio. Uncem dà la massima disponibilità al Mipaaft per promuovere azioni di diffusione e promozione del marchio".