Entrati in vigore i decreti che prevedono (in via sperimentale...) l'indicazione in etichetta della provenienza di grano e riso. Ma Bruxelles potrebbe presto imporre nuove regole.

Per il riso è ancora crisi e intanto abbiamo perso per strada 12mila ettari che non saranno più dedicati a questo cereale. E ora le importazioni mettono a rischio il nostro pomodoro.

L'ortofrutta italiana, protagonista al Fruit Logistica di Berlino, punta sull'export, ma i problemi da superare sono molti.

Aiuti in arrivo per gli allevatori con il "Fondo latte" e sostegni per gli olivicoltori alle prese con la Xylella.

Intanto a Bruxelles le prime "scaramucce" sul bilancio comunitario per gli anni dopo il 2021. A rischio i soldi dell'agricoltura.

Editing del genoma, carne prodotta in laboratorio, macchine agricole alimentate dal biometano, sistemi satellitari per l'agricoltura di precisione. Tante le novità proposte dalla ricerca.

Questi alcuni degli argomenti incontrati sui giornali in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.


Il trionfo delle etichette

Questa volta è il turno delle etichette, se ne parla per un giorno (poi ce ne dimenticheremo) su tutti i media.
Accade il 14 febbraio, dopo la pubblicazione del comunicato stampa del ministero delle Politiche agricole che ricorda l'entrata in vigore dei decreti a doppia firma (Calenda per lo Sviluppo, Martina per l'Agricoltura) che prevedono per grano e riso l'indicazione in etichetta dell'origine.

Così la notizia rimbalza dalle pagine de “Il Messaggero” a quelle di “QN”, che si sofferma su alcuni limiti della norma, applicabile solo in Italia, lasciando così campo libero alle confezioni esportate o a quelle (poche) di importazione.

Fa eccezione il “Corriere della Sera”, che non ha atteso il comunicato del ministero per ricordare ai suoi lettori l'arrivo delle etichette per riso e pasta. Già il 10 febbraio, infatti, ne parlava commentando i rincari del riso lungo la filiera distributiva.

Ancora il “Corriere della Sera”, in questo caso del 14 febbraio, ricorda che sul tema dell'etichettatura stiamo aspettando le decisioni comunitarie, che faranno piazza pulita di quelle appena entrate in vigore.
Per quanto poco possano durare, è bene ricordare, come fa “Italia Oggi”, che chi non rispetta le regole potrebbe ritrovarsi con sanzioni sino a 9.500 euro.


Le sofferenze del riso

L'arrivo delle nuove etichette è salutato con soddisfazione dai produttori di grano, che ne avevano invocato l'introduzione per fronteggiare la lunga e pesante crisi di questo comparto.
Situazione analoga quella del riso, a causa delle importazioni a dazio zero da alcuni paesi asiatici.

A causa di queste difficoltà, denuncia “La Provincia Pavese” del 10 febbraio, si è ridotta drasticamente la superficie dedicata a questa coltura, scesa in Italia a 217mila ettari, con un calo di circa 12mila ettari, penalizzando le varietà più pregiate, come carnaroli e arborio.

Una crisi, questa del riso che si ferma alla produzione, ma non interessa il resto della filiera.
Lo spiega l'11 febbraio “Avvenire” che punta il dito contro la crescita esponenziale del prezzo dalla produzione al consumo, crescita, si legge nello stesso giorno su “Libero”, che tocca il 500%.
La difficile situazione del riso è presa in esame il 14 febbraio da “Il Resto del Carlino”, che fa un'analisi dei problemi affrontati dai risicoltori che operano nel delta del Po.


Pomodori in affanno

A fare i conti con la concorrenza del prodotto di importazione c'è anche il pomodoro. Per “La Verità” del 14 febbraio la produzione italiana è messa in difficoltà soprattutto dalle provenienze cinesi.

In Sardegna, regione dove la produzione del pomodoro annovera eccellenze, il mercato è schiacciato dal prodotto proveniente da Marocco e Spagna, come si apprende il 13 febbraio da “Unione Sarda”.

Unica consolazione la conferma da parte di Bruxelles sull'aumento del tenore minimo di agrumi che deve essere presente nei succhi di frutta. Se ne parla su “Libero” dell'11 febbraio, che però denuncia al contempo le minori garanzie alla tutela dell'olio extravergine di oliva.
 

L'ortofrutta pensa all'export

Dall'import all'export, con le nostre arance che tentano la carta dei mercati asiatici per arginare la flessione dovuta all'embargo russo.
Se ne parla l'11 febbraio sul “Secolo XIX” esaminando il problema dei trasporti, che per via mare richiedono tempi troppo lunghi.

L'export ortofrutticolo, tema del quale si è molto discusso in occasione di Fruit Logistica a Berlino, deve scontrarsi anche con i vincoli di carattere sanitario.

Lo ricorda “Il Sole 24 Ore” in edicola il 10 febbraio e ancora su “Il Sole 24 Ore”, del 9 febbraio in questo caso, si può leggere un'analisi sulle difficoltà nei commerci fra Usa e Cina. Questa disputa favorisce l'export agroalimentare europeo diretto verso la Cina. Ma i vantaggi maggiori, in particolare per il comparto suinicolo, sono per Germania e Francia.

L'Italia sorpassa tuttavia la Germania nel confronto sulle vendite all'estero di vini spumanti. La conferma arriva da una breve notizia pubblicata il 15 febbraio dal “Corriere della Sera”.


Soldi per allevamenti e olio

Per il mondo degli allevamenti sono in arrivo i soldi del Fondo latte. Dalle pagine di “Brescia Oggi” dell'11 febbraio si chiede però di snellire le procedure affinché queste risorse siano messe a disposizione in tempi rapidi.

Aiuti in arrivo anche per gli uliveti alle prese con il dopo Xylella. A questo proposito il “Quotidiano di Puglia” pubblica il 12 febbraio un vademecum che aiuta a districarsi fra le varie provvidenze previste per olio e ulivi.


L'agricoltura e la politica

Con l'avvicinarsi della scadenza elettorale c'è chi si interroga  sugli aspetti agricoli dei programmi presentati dalla forze politiche in campo.
Di questo argomento si occupa “QN” del 12 febbraio, per scoprire che l'agricoltura è assente dalle discussioni che animano la contesa politica. Analoghe le considerazioni che si possono leggere il 15 febbraio su “Il Manifesto”.

Per sapere cosa accadrà all'agricoltura è meglio rivolgere lo sguardo verso Bruxelles, e le prime anticipazioni sulla Pac che verrà non sono incoraggianti.

Nel dibattito che prepara le discussioni sul bilancio europeo per gli anni dal 2021 al 2027, si prevedono tagli, scrive “Il Messaggero” del 14 febbraio, e a farne le spese sarà in particolare il settore agricolo.
Un approfondimento su questo tema lo si può leggere il giorno seguente sui quotidiani di economia e finanza “MF” e “Il Sole 24 Ore”.


Tra genoma e carne in provetta

C'è fermento nel mondo della ricerca per le opportunità offerte dalle tecnologie sull'editing del genoma, che consentono di superare gli ostacoli, in alcuni casi immotivati, nei confronti degli Ogm.
Se ne discute su “Venerdì”, il dorso settimanale di Repubblica in edicola il 9 febbraio.

Sul settimanale “L'Espresso” in edicola l'11 febbraio si discute di un altro controverso argomento, quello della produzione di carne in laboratorio.
Pochi i vantaggi che ne potrebbero derivare da una produzione su vasta scala.
 

Ricerca e novità

Da “Repubblica” del 12 febbraio si apprende che manca poco alla messa a punto di un trattore alimentato a biometano, dal quale derivano vantaggi economici e benefici per l'ambiente.

Nello stesso giorno il “Corriere del Mezzogiorno” si sofferma sui vantaggi di un sistema messo a punto in collaborazione con l'Istituto di biometeorologia del Cnr di Firenze, grazie al quale l'agricoltura di precisione trova nuove opportunità di applicazione.

In bilico fra novità e curiosità il sistema messo a punto da padre e figlio australiani per la realizzazione di un alveare a flusso continuo, che consentirebbe di produrre miele con relativa facilità.
Per saperne di più si può leggere l'articolo pubblicato il 13 febbraio da “La Stampa”.

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