L’Anicav ha rinnovato ieri, 30 maggio 2017, i suoi organi direttivi nella Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari di Angri (Salerno), nel corso dell’assemblea annuale dei soci Ferraioli, amministratore delegato de La Doria Spa, è stato riconfermato presidente dell’Anicav per il prossimo quadriennio.
Ferraioli sarà affiancato dal nuovo Consiglio di presidenza formato da: Francesco Mutti (Mutti Spa), Aldo Rodolfi (Rodolfi Mansueto Spa), Francesco Saviano (Conditalia Srl), Filippo Torrente (La Torrente srl), Gianluigi Di Leo (Calispa Spa), in rappresentanza dei giovani imprenditori, e Vincenzo De Clemente (De Clemente Conserve Spa).
"Ringrazio i colleghi per la fiducia accordatami - ha dichiarato il presidente –. Nel prossimo quadriennio, la mia azione, in continuità con gli obiettivi che hanno ispirato il mio operato fino ad oggi, sarà incentrata sulla tutela e la crescita del comparto, anche in considerazione del processo di aggregazione con le aziende del pomodoro ex Aiipa che ha portato l’Anicav a diventare, dal 1° gennaio, la più grande Associazione di rappresentanza delle aziende private di trasformazione del pomodoro al mondo, sia per numero di associati che per quantitativi trasformati”.
Insieme al Consiglio di presidenza si è provveduto anche al rinnovo del Consiglio generale con l’elezione di 12 nuovi membri: Carmine Alfano (Coppola Spa), Antonio Casana (Solana Spa), Alfonso D’Alessio (CBCotti Srl), Vincenzo Della Peruta (Della Peruta Vincenzo Spa), Fabio Grimaldi (Cav. Uff. Pietro Grimaldi Srl), Giuseppe Manzella (Carlo Manzella & C. Srl), Ezzechiele Marotta (Ditta Marotta Emilio), Gaetano Oliva (Sica Srl), Alfonso Pepe (Imca Spa), Roberto Sagner (Gruppo Fini Spa), Alfonso Sellitto (Alfonso Sellitto Spa), Alessandro Squeri (Steriltom Srl).
Tra i diversi argomenti trattati nel corso dell’assemblea, i soci, all’unanimità, hanno deliberato un’importante posizione sull’etichettatura d’origine dei derivati del pomodoro. L’Anicav è favorevole ad estendere l'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine della materia prima a tutti i derivati per garantire la massima trasparenza sul paese o l'area dove è coltivato il pomodoro e quello in cui è trasformato, come già avviene per la passata prodotta in Italia.
“L’indicazione di origine in etichetta è necessaria per difendere le nostre produzioni e contrastare polemiche strumentali che, mettendo in discussione l’origine e la qualità dei nostri prodotti, confondono i consumatori danneggiando l’immagine di un intero settore che rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo – dichiara il presidente Ferraioli –. Essa completerebbe il percorso già avviato dalle aziende in materia di sicurezza alimentare, rendendo obbligatorio ciò che volontariamente, nella quasi totalità dei casi, le nostre imprese già fanno indicando sull’etichetta la provenienza italiana del pomodoro, un prodotto 100% made in Italy, per garantire massima trasparenza al consumatore”.
“Come Anicav siamo sin d’ora disponibili ad avviare un’interlocuzione con il ministro Martina che porti alla rapida adozione di un decreto che disciplini l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine del pomodoro utilizzato per la produzione di derivati. – afferma Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav – Questo rappresenterà un primo utile risultato, pur nella consapevolezza che sarà necessaria un’omogeneizzazione tra la regolamentazione nazionale e quella comunitaria, per evitare che la norma abbia un’efficacia limitata soltanto al territorio italiano, come sta già avvenendo per la passata di pomodoro”.