L’Italia è l’unico Paese al mondo che può contare su 4.886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 272 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg.
E’ quanto emerge dal dossier Coldiretti su il “Made in Italy salvato dall’estinzione” presentato in occasione dell’inaugurazione della mostra “Gli antenati del made in Italy, i cibi più antichi” per la prima volta ad Expo nel Padiglione “No farmers no party” all’inizio del cardo sud.
 
Un risultato reso possibile - sottolinea Coldiretti - dalla grande varietà del patrimonio vegetale e animale con la presenza sul territorio nazionale di 7.000 specie di flora, 58.000 specie di animali e 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi, ma anche di 533 varietà di olive contro le 70 spagnole, grazie al lavoro quotidiano di agricoltori e allevatori.
 
Grazie alla straordinaria biodiversità degli allevamenti italiani - continua la Coldiretti - sono state salvate da estinzione ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini, sulla base dei Piani di sviluppo rurale dell’ultima programmazione.

Se dell’asino romagnolo, noto per il suo temperamento vivace - sottolinea Coldiretti - sono rimasti solo 570 esemplari impegnati nella produzione di latte uso pediatrico e per l’onoterapia, della capra Girgentana dalle lunghe corna a forma di cavaturacciolo si contano circa 400 capi per la produzione di latte destinato alla tuma ammucchiata (formaggio nascosto) stagionata in fessure di muro in gesso e/o pietra, che in passato venivano murate per nasconderle ai briganti.
Ma ci sono anche - continua Coldiretti - la gallina di Polverara, ritratta con il caratteristico ciuffo fin dal 1400 in quadri e opere conservati anche nei Musei vaticani, la Mora romagnola una curiosa razza di maiale dal mantello nerastro, con tinte dell’addome più chiare, i bovini di razza Garfagnina con mantello brinato e pelle di colore ardesia che annovera una popolazione di appena 145 capi o quelli di razza Pontremolese che sono rimasti appena in 46.
 
Un’azione di recupero importante si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attivi in tutte le Regioni e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione.
 
Si stima che - continua Coldiretti - almeno 200 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 100 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle Botteghe degli agricoltori di Campagna Amica che possono contare su circa diecimila punti vendita.
 
E’ questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale l’Italia può contare per ripartire”.

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