Arriva dalla Cantina Sociale Colli Vicentini un esempio di come, uniti, sia possibile trovare le forze per creare qualità a sostegno delle produzioni d'eccellenza del nostro territorio.
Banale, forse, ma efficace. Sono, infatti, numerosi gli esempi in ambito vitivinicolo di realtà che, aggregandosi, hanno trovato la strada verso una produzione di alta qualità che li ha condotti a raggiungere un posizionamento di tutto rispetto sul mercato non solo nazionale ma mondiale.
Nata nel 1955 da trentatrè viticoltori vicentini, la Cantina Sociale Colli Vicentini aggrega oggi 1.100 produttori del territorio per un totale di 1.150 ettari.
Impegnati nella produzione di Garganega, Pinot Grigio e Nero, Chardonnay, Prosecco, Durello, Sauvignon, Merlot, Cabernet, Tai Rosso e altro ancora, i terreni collinari della Cantina sono in parte vulcanici e vantano la peculiarità di apportare ai vini mineralità e tenuta nel tempo.
Ha saputo accogliere le diverse esigenze dei mercati tanto che oggi, i vini della cooperativa, grazie al lavoro della rete vendita che a livello nazionale opera tramite il canale horeca e grazie agli importatori esteri, sono apprezzati e conosciuti in Italia ma anche negli Stati Uniti, Inghilterra, Norvegia, Germania, est Europa e Cina.
Consapevole del suo ruolo di tutela della tipicità dei vini ma anche del territorio, la cooperativa, all'interno della quale 400 soci hanno aderito da quest'anno al Quaderno di campagna fornito da Image Line, attualmente aderisce al disciplinare di produzione della regione Veneto. L'obiettivo è però quello di applicare, in un prossimo futuro, un disciplinare interno specificamente creato per massimizzare il rispetto del territorio, la salubrità e qualità dei prodotti.
In tale prospettiva, gli enologi e agronomi della cantina già oggi garantiscono l'intero processo 'dalla vigna alla cantina' con un continuo monitoraggio della produzione, con la lavorazione diversificata delle uve e il controllo dei vigneti.
“Il consumatore italiano - spiega Alberto Marchisio, direttore generale della Cantina Colli Vicentini – a fronte di un quantitativo consumato in contrazione, richiede un prodotto genuino, buono, a prezzi ragionevoli e accessibili, il tutto accompagnato da una filiera trasparente. In questo, riteniamo che la cooperazione possa essere vincente.
Il mercato estero – prosegue l'esperto -, dove si stanno aprendo nuovi canali che apprezzano in particolare il prodotto Made in Italy, offre maggiori possibilità. In ogni caso, a mio avviso, il mercato per i vini a denominazione che insistono su una specifica zona produttiva, siano essi Doc Docg o Igt, ha delle buone prospettive future. Più incerta la situazione per i vini generici che, per effetto della globalizzazione, sono maggiormente esposti alla concorrenza estera”.
Ulteriore obiettivo che spinge nella medesima direzione di salvaguardia del territorio e della qualità, è l'adozione di pratiche di viticoltura di precisione. “L'idea – spiega Marchisio -, è di partire a breve con la sperimentazione in alcune aziende di media - grande dimensione che siano rappresentative di zone viticole omogenee definite grazie alla zonazione compiuta negli ultimi anni. Un'operazione - conclude -, che ha saputo far emergere le caratteristiche e potenzialità delle diverse aree produttive, permettendoci di collocare il vitigno giusto al posto giusto così da valorizzare ulteriormente il legame con il territorio”.