Presentato martedì 7 maggio nella sede milanese di Intesa San Paolo da Assobiotec e Farmindustria, il "Rapporto sulle biotecnologie in Itala 2013" - giunto alla quarta edizione - che ha evidenziato l'estrema vitalità dell'industria biotech italiana.
Un dato avvalorato dal forte potenziale d'innovazione che caratterizza le imprese e dall'elevato numero di risorse, umane ma anche economiche, destinate al settore R&S , Ricerca e Sviluppo.

Biotecnologie agroalimentari
Prevalentemente noto per l'applicazione nel campo farmaceutico, il biotech va assumendo una sempre maggiore trasversalità d'impiego in numerosi settori di grande interesse a livello nazionale.
Il Green biotech, rappresentato da 85 imprese - il totale nei vari settori ne comprende 407 - di cui la maggior parte "pure biotech" o attive come microimprese all'interno di parchi scientifici o incubatori, indirizza la propria attività prevalentemente su progetti volti al miglioramento della produzione primaria, vegetale e animale, allo sviluppo di nuove tecnologie a tutela e garanzia della qualità e sicurezza della filiera alimentare e alla genuinità delle produzioni tipiche.
Il settore, comunque, comprende numerose metodiche che vanno dal pharming molecolare al miglioramento varietale di specie vocate alla produzione di biocarburanti fino allo sviluppo di alimenti funzionali per il miglioramento nutrizionale delle produzioni agricole.

Il quadro
Con un fatturato che tocca quota 110 milioni di euro nel 2012, a fronte di un fatturato totale del biotech pari a 6 milioni e 766 mila euro, il Green biotech investe in R&S una quota pari a 112 milioni di euro annui con una copertura da parte di multinazionali estere con filiali in italia, pari al 55 per cento.

Essenziali per trasferire i risultati ottenuti in laboratorio 'sul campo' i cluster territoriali rappresentano un passo fondamentale. Di recente istituzione il Clan o Cluster agro-food nazionale, strizza l'occhio al miglioramento del valore nutrizionale delle produzioni animali e vegetali e alla sostenibilità ambientale della filiera agroalimentare nazionale.

Le criticità
Seppur con diversa entità e misura, anche il settore green delle biotecnologie risente delle problamatiche che investono l'intero campo di ricerca.
L'assenza di chiare strategie a livello nazionale  sta proponendo al settore biotech, il cui contributo in quanto a valore aggiunto è continuo, come risposta la scarsa attenzione delle istituzioni.
"Un'attenzione che - ha sottolineato Alessandro Sidoli presidente Assobiotec -  in tutto il mondo pone la ricerca biotecnologica al centro dei piani strategici nazionali grazie alla predisposizione di specifiche misure di sostegno allo sviluppo del settore".
In tal senso, l'appello lanciato dai rappresentanti di Farmindustria ed Assobiotec, rimane - per ora - in attesa  di ricevere ascolto.