"Dopo più di un anno dall'inizio dell'espansione dei prezzi delle commodity agricole, il fenomeno appare in gran parte rientrato". Lo ha detto il presidente dell'Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, Arturo Semerari, nel corso di un'audizione davanti alla Commissione Agricoltura del Senato sullo Stato del sistema agricolo ed alimentare italiano. "La forte crescita dei prezzi agricoli che ha caratterizzato la seconda metà del 2007 e i primi mesi del 2008 - ha spiegato Semerari - si è interrotta dal mese di aprile. La crescita dei prezzi dei cereali, a cui si deve attribuire l’incremento dei prezzi agricoli nel mese di dicembre, appare ormai rientrata. Meno evidente, ma molto incisivo, il rientro dei prezzi del latte e dei lattiero caseari all’origine, dopo il picco massimo registrato a gennaio del 2008". La riduzione più sensibile per questo comparto si è registrata in aprile.
Per quanto riguarda le colture industriali, la riduzione si è concentrata negli ultimi quattro mesi dell’anno, con cali congiunturali tra il 4% e il 10%. Importanti riduzioni dei prezzi all’origine nella parte finale del 2008 hanno riguardato anche il vino e l’olio. "Peraltro - ha continuato Semerari - la redditività degli agricoltori, nel 2008, è stata messa a dura prova: nonostante la crescita, su base annua, dei prezzi agricoli alla produzione, sul fronte dei costi il rialzo si è mostrato più accentuato, ciò che ha determinato un calo della ragione di scambio". Semerari ha poi proseguito con un'analisi del mercato internazionale e nazionale delle principali filiere: cereali, lattiero caseari, carne suina, carne bovina e frutta fresca.
 
“I forti aumenti dei costi per l’approvvigionamento dei mezzi correnti di produzione hanno compromesso, nel 2008, la redditività delle aziende agricole italiane”. Questa la conclusione del presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Paolo Scarpa Bonazza Buora, sulla base delle indicazionidel  presidente dell’Ismea. “Nella media del 2008 - ha detto Scarpa - i costi di produzione nelle campagne italiane sono cresciuti del 9% rispetto al 2007, mentre i prezzi all’origine, nello stesso periodo, sono aumentati mediamente del 7%, registrando una repentina flessione nella seconda parte dell’anno”.
“La mancata traslazione a valle della riduzione dei prezzi agricoli – ha aggiunto – ha impedito che i più bassi costi delle materie prime alimentari si traducessero in benefici a favore dei consumatori, confermando un’eccessiva rigidità del sistema distributivo nazionale”. “I dati Ismea – ha precisato Scarpa - hanno confermato, nel 2008, la stagnazione degli acquisti di prodotti alimentari da parte delle famiglie italiane". In termini quantitativi il confronto con il 2007 ha evidenziato un calo dello 0,6%,a fronte di un aumento medio dei prezzi del 3,3%. "Questi dati, coincidenti con quelli forniti dalle associazioni, determinano l'urgenza di interventi volti a dare risposta al grave stato di crisi in cui versa l'agricoltura italiana - ha concluso -. Le partite aperte sono numerose e pertanto rinnovo l'invito al ministro Zaia perché si renda interprete di tali istanze presso il consiglio dei ministri".