C’è anche uno studio sulla capacità delle zolle erbose delle aree sportive londinesi di abbattere l’anidride carbonica quando, in occasione delle olimpiadi del 2012, verranno realizzati i nuovi terreni di gioco, tra gli oltre cento lavori presentati nella prima pubblicazione di ETS, European Turfgrass Society, associazione che annovera le maggiori aziende europee produttrici di tappeto erboso.
Costituita nel 2007 e con sede a Vicenza, la ETS vede impegnate oltre a primarie realtà europee del settore, anche società di gestione del verde, dei fertilizzanti e dei concimi, come pure università e centri ricerca.

Una filiera importante che opera sia per il settore pubblico che per il privato e che richiede forti investimenti in ricerca per ottenere specie vegetali in grado di sopravvivere con un sempre minore utilizzo di risorse idriche, ma anche di sopravvivere a climi estremi. Sfide dettate dalla modernità, che vede l’espansione dell’urbanizzazione verso zone che presentano maggiori criticità dal punto di vista ambientale e la conseguente richiesta di un verde urbano più resistente ed esteticamente gradevole, ma anche per efficaci azioni di ripristino ambientale.
Con la presidenza affidata al prof. Marco Volterrani dell’Università di Pisa e la sede a Quinto Vicentino nel centro di ricerca agronomico Landlab, diretto da Adriano Altissimo, segretario dell’associazione, ETS è presente oltre che in tutta Europa (tra i fondatori ci sono società come Compo, Syngenta Crop Protection, Scotts International, DLF Trifolium e Royal Barenbrug Group), anche con rappresentanze in tutti i continenti.

L’obiettivo dell’associazione è quello di creare un luogo di incontro tra il mondo della ricerca e l’industria, uno spazio in cui la comunità professionale europea possa confrontarsi e progredire. Tra le nuove sfide che la filiera si trova ad affrontare c’è quella legata al dibattito aperto sull’utilizzo dei terreni sintetici. Su questo tema ETS non si fa trovare impreparata avendo realizzato varie ricerche che evidenziano aspetti determinanti a favore dell’erba naturale: dal minor utilizzo di acqua poiché i campi sintetici devono essere lavati frequentemente per raffreddarli ed evitare fermentazioni maleodoranti, al costo più contenuto dato dal fatto che il tappeto sintetico richiede una continua gestione e in ultima analisi anche un costoso processo di smaltimento.
Tra gli aspetti che fanno propendere per l’utilizzo del verde naturale anche il fattore estetico e l’assenza di pericolosi fenomeni di surriscaldamento generati invece dai terreni sintetici. Ricerche hanno poi fatto emergere un minor rischio di traumi e distorsioni per gli atleti.
Le associazioni sportive internazionali su questo tema intervengono in modo unanime nel raccomandare l’uso dei terreni naturali.

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