Purtroppo prevedere dei ritardi in Italia è come sparare sulla Croce rossa: nonostante la nuova procedura (vedere sotto) abbia fissato delle tempistiche rigide, non ha ancora portato a nessun decreto (pare che comunque i primi vedranno la luce in questi giorni), anche per quelle situazioni in cui il periodo d'impiego è iniziato da diverse settimane, con il concreto rischio di rendere vani gli sforzi di tutti gli attori.
Oltre ai ritardi, in alcuni casi il grido di allarme del portatore di interesse non è stato raccolto dalle aziende produttrici che non hanno presentato l'istanza nei tempi previsti, anche in presenza di un parere favorevole del Servizio fitosanitario centrale sulla congruità dell'emergenza segnalata. Infine diverse istanze sono state respinte o perché in realtà il problema ha già soluzioni autorizzate o per mancanza di dati o perché l'istanza ha raggiunto il numero massimo di reiterazioni. Ecco le indiscrezioni più significative, in attesa della pubblicazione ufficiale dei decreti sul portale del ministero della Salute.

Domande non presentate
Secondo le nostre rilevazioni il Servizio fitosanitario centrale ha finora avallato 76 segnalazioni di emergenza fitosanitaria in 5 differenti comunicati (19 febbraio, 4, 21, 23 e 25 marzo), e in alcuni casi, riguardanti cece, mais, cipolla e basilico, la ditta non ha presentato la domanda (o non risulta pervenuta al ministero).

Domande bocciate
Nell'unica riunione della Commissione Consultiva, tenutasi lo scorso 23 marzo, 5 istanze non sono state accolte per mancanza di dati sul destino e comportamento ambientale della sostanza attiva e/o dei suoi residui sulle derrate alimentari, inguaiando actinidia (Psa), cece (ascochita), ciliegio (fitoregolatore), cipolla (rizoctonia) e nocciolo (acari). La procedura prevede comunque che l'istanza possa essere riesaminata una volta presentata la documentazione richiesta. Quindi, specialmente in quei casi in cui l'epoca d'impiego è più tardiva, non tutto è perduto.
Tre istanze, riguardanti tutte di insetticidi, sono state invece respinte perché l'impresa non aveva provveduto a presentare istanza per la registrazione definitiva, requisito indispensabile per poter ottenere la reiterazione di un'autorizzazione in deroga per emergenza fitosanitaria.
Altre domande, per arrivare a un totale di 17 bocciature, sono state respinte per non meglio precisati motivi, inguaiando in egual misura colture erbacee ed arboree.

Curiosità
Sempre secondo le nostre rilevazioni, in alcuni casi la deroga per emergenza fitosanitaria non è stata concessa per differenze nel profilo ecotossicologico della soluzione proposta rispetto a quella autorizzata, evidentemente più favorevole.

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
  1. Portale del ministero della salute riguardante le autorizzazioni eccezionali