Crollano le superfici di grano duro in Italia: -16,5% rispetto al 2010. Una situazione negativa evidenziata da Toscana Cereali, nel confronto con i dati Istat 2010.

A livello nazionale – sottolinea l'ufficio studi di Toscana Cereali - si registra una diminuzione di 207.441 ettari, passando da una superficie di 1.257.074 ettari a 1.049.633; da una resa (2010) di 3 tonnellate ad ettaro alle 2,8 ha (2011) per una produzione complessiva di 3,8 MT ad una previsione di 2,9 MT.  Si avrà così una perdita – sottolinea Toscana Cereali –  di circa 9 milioni di tonnellate in termini di quantità.

Spiega il direttore di Toscana Cereali Luciano Rossi: "I fattori  sono da ricercarsi, per quanto riguarda le superfici nel mercato sfavorevole durante il periodo ottimale di semina, nonché nell'andamento stagionale avverso, caratterizzato dalle piogge continue".

Tutte le Regioni produttrici di grano duro, ad eccezione della sola Sardegna (+9%) fanno registrare una diminuzione delle superfici coltivate nel 2011. Le aree con maggiori sono quelle del nord: Lombardia -48%, Veneto -47%, Emilia Romagna -41%, Piemonte -31%. Ma non va molto meglio nel resto d'Italia: -21% Lazio, -19% Calabria, quindi la Toscana, Umbria, Basilicata e Sicilia che si attestano al -18%; Campania -17%; Molise -13%, Puglia – 12%, Abruzzo -9% e Marche -7%.

"Una riduzione della produzione – aggiunge il direttore di Toscana Cereali – che è da imputare, oltre alle minori superfici coperte, al mancato accestimento proprio del periodo invernale. Gran parte delle semine, infatti, sono avvenute in ritardo, a febbraio (in coincidenza con la ripresa del mercato), e quindi è venuto meno l'accestimento invernale".