Incomincia oggi l’avventura dei Viaggi del Fantic, una serie di incontri con alcune interessanti realtà della produzione vitivinicola italiana presentati da Isagro Italia.
Lo scopo è quello di seguire le linee di sviluppo della viticoltura nazionale legata alla produzione di vini di qualità, ed alla loro commercializzazione.
Il percorso inizierà la prossima settimana dalla Sicilia, per risalire fino alla valle del Caffaro, ai confini tra la provincia di Brescia e di Trento.
Toccheremo aziende di dimensioni e caratteristiche molto diverse con l’intento di vedere in quali modi un settore d’avanguardia come quello della nostra produzione vinicola si stia adeguando alle modifiche del mercato e come la competitività internazionale stia plasmando la nostra maglia aziendale.
La globalizzazione sta infatti profondamente influenzando le scelte dei nostri vitivinicoltori, stimolando sia l’impianto di vigneti concepiti sulla base di nuove esigenze produttive, attente alla meccanizzazione delle operazioni, sia portando a scelte produttive diverse, con la valorizzazione di vitigni autoctoni, e con lo sviluppo di prodotti fortemente caratterizzati dalla appartenenza territoriale, sia nelle connotazioni geografiche, sia in quelle comunicative e contenutistiche.

In Italia si producono circa 47 milioni di ettolitri di vino, dei quali il 31% è costituito da vini D.O.C. e D.O.C.G.,  il 27% è rappresentato da vini I.G.T. ed il 42% da vino da tavola.
VigneIl settore dell’uva e del vino è fortemente intrecciato con molti altri settori dell’economia nazionale, dal quale, spesso, ricava molte delle risorse necessarie alla propria sopravvivenza.
A fianco delle Cantine Sociali, che costituiscono in molti casi la sola possibilità di sopravvivenza di molti piccoli viticoltori e che si sono qualificate per produzione di vini di qualità e ampiamente differenziati nell’offerta, esistono realtà produttive che ricavano parte importante delle risorse necessarie alla produzione da altri settori economici, che investono in viticoltura per passione e, insieme ai tanti vitivinicoltori che da sempre costituiscono la parte portante del settore, portano avanti  la qualità dei nostri vini.
La PLV del vino in Italia rappresenta una delle voci positive della nostra bilancia agroalimentare, ma la competizione sui mercati internazionali richiede professionalità sempre più elevate.
VignaLa sovrapproduzione complessiva del mercato, con 212 milioni di ettolitri di consumo a fronte di circa 264 milioni di ettolitri di produzione, e l’arrivo di produttori sempre più agguerriti e qualificati,  impongono ai nostri  produttori un impegno ed una presenza fortissimi.
Spazio certamente ce n’è parecchio, se pensiamo che il consumo medio di vino in Cina è di circa 0,250 litri all’anno a fronte dei circa 60  che si consumano mediamente in Italia, ma la conquista dei mercati esteri si scontra con la competizione dei produttori californiani, cileni, neo zelandesi, sudafricani dove la maglia aziendale e le scelte di impianto sono più adeguati ad una competizione internazionale, e dove i costi di produzione sono generalmente più bassi dei nostri. Inoltre la coltura enologica ancora embrionale da parte dei nuovi consumatori, comporta il rischio che l’imprinting  avvenga con vini dalle caratteristiche diverse da quelli nostri.
Ecco quindi la necessità di proteggere e stimolare questo settore che tanta parte ha nella PLV agricola. Non solo per il suo valore diretto, ma anche sull’indotto che genera, sia nel settore della difesa che in quello delle attrezzature ed in tutti gli altri collegati.
Il nostro vuole essere un contributo di conoscenza e di approfondimento su alcune tematiche, con la possibilità di condividere dati ed informazioni che possano essere utili a tutti.
Buon Viaggio!