La coltivazione del noce da frutto da alcuni anni presenta prospettive interessanti, sia in Italia che in altre parti del mondo. Due gli elementi trainanti: l'aumento dei consumi di noci, e di frutta di secca in genere, e la ricerca da parte degli agricoltori di alternative credibili, e remunerative, alle coltivazioni più tradizionali. In Italia l’aumento dei consumi è stato pari al 58,3% nel periodo 2000-2010 raggiungendo le circa 50mila tonnellate nel 2018 (fonte Nucis Italia). Da segnalare che la produzione italiana di noci del 2018 è stata di 12mila tonnellate (dato Faostat), quindi circa il 20% dell'intero fabbisogno nazionale.

Il noce, pur essendo una pianta rustica, ha però bisogno di essere coltivata in modo adeguato per poter fare reddito. Negli ultimi anni alcuni frutticoltori hanno deciso di coltivare questa pianta in biologico, una nicchia nella nicchia che permette di smarcarsi dagli altri attori della filiera e di differenziarsi dal punto di vista commerciale. "Il noce biologico è una vera opportunità per l'imprenditore agricolo" spiega Gianluca Vertuani, presidente del Consorzio Noce del Delta del Po - "Produrre noci biologiche ci permette di poter spuntare prezzi interessanti, maggiori rispetto ad un prodotto convenzionale: all'incirca 2-2,5 euro in più al chilo.
Il tutto va inserito in un contesto di filiera biologica, utile per sfruttare al meglio l'opportunità. Oggi Noci del Delta è costituito da 5 aziende della provincia di Ferrara, per una superficie complessiva di 154 ettari. Circa 80 ettari sono oggi al 4° anno, che quest'anno quindi hanno dato origine ad una prima produzione. Nei prossimi 2-3 anni tutti i restanti ettari arriveranno al 4° anno e quindi ad una prima produzione. A pieno regime pensiamo di poter arrivare ai circa 5 quintali ad ettaro. Il raccolto del 2019 comunque non è stato dei migliori, a causa delle problematiche ambientali riscontrate a maggio che hanno limitato l'impollinazione delle piante e che di fatto hanno portato alla cascola di molti frutti
".
 

Il Consorzio si è appoggiato per la commercializzazione alla Soc Cons. La Diamantina di Vigarano Mainarda (Fe). "La varietà scelta è la Chandler®* - conclude Vertuani -, in quanto può permettere una coltivazione meccanizzabile ed ha una un'elevata resa in sgusciato (la più alta rispetto a tutte le altre varietà coltivate in Italia). Senza dimenticare come l'aspetto ed il gusto siano molto apprezzate dal consumatore. Nei prossimi anni si sta valutando la possibilità d'inserire anche la varietà Lara® Pieral*. I nostri impianti presentano sesti d'impianto 7x5 metri con una gestione d'allevamento preventiva molto attenta, in modo tale da ridurre al minimo le potenziali problematiche future visto anche la scelta di produrre in biologico. Nella coltivazione in biologico grande attenzione deve essere data alla scelta delle piante, in modo tale da avere una coltivazione sana: al momento i nostri impianti sono costituiti per il 20% da piante micropropagate e per l'80% da astoni". Questa iniziativa rientra nel progetto IN.NO.BIO, coordinato da Eugenio Cozzolino e dallo stesso Gianluca Vertuani.

Per ulteriori approfondimenti potete leggere su AgroNotizie.it, due articoli: 'Noce da frutto, il fascino dei numeri' pubblicato il 10 settembre 2019 e 'Il noce esce dal guscio' pubblicato il 27 settembre 2019. Altri articoli ed altre informazioni sulle varietà le potete trovare sulla pagina del noce in AgroNotizie.it e in Plantgest.com. Inoltre su Plantgest è stato pubblicato il video reportage 'Noce da frutto, tante le novità per coltivarlo' realizzato durante il convegno noce della Soi - Società di ortoflorofrutticoltura italiana tenutosi a Bologna il 20-21 settembre 2019.