Negli ultimi tre trienni le importazioni di noci (in guscio) in Italia sono cresciute da una media di 26mila tonnellate (2010-12) a una di poco superiore alle 40mila nell'ultimo triennio (2016-18). La produzione italiana soddisfa appena il 20% del fabbisogno nazionale. Con queste premesse è chiaro come ci sia uno spazio per chi voglia investire in impianti di noci da frutto. Il punto è capire quali investimenti siano necessari e in quanto tempo il nocicoltore inizi effettivamente a trarre profitto dalla nuova coltivazione, dal momento che l'impianto di noci entra in produzione fra il terzo e il quarto anno e raggiunge la piena produzione non prima dei cinque/sei anni. I calcoli sono stati fatti da Carlo Pirazzoli (professore del Distal) e il risultato è che, avendo un capitale da investire e non avendo fretta di realizzare, la coltura, vista la situazione di oggi sul mercato è certamente remunerativa.
Sono stati studiati cinque diversi casi aziendali, in diverse parti d'Italia. A pesare è l'investimento iniziale, direttamente connesso al numero di piante per ettaro: complessivamente per l'impianto, conteggiate anche le voci connesse (impianto di irrigazione, sistemazione del terreno ecc.) la cifra si aggira intorno a 8-10mila euro a ettaro ed è necessario che si impiantino minimo 4-5 ettari, ma è con 10 ettari impiantati che il progetto diventa veramente interessante. Vanno considerate meccanizzate le lavorazioni come potatura e raccolta, mentre la durata dell'impianto è stata stimata a trenta anni anche se, si sa, che può agevolmente superare i trenta anni. Il carico di lavoro (a seconda che la potatura sia meccanizzata o manuale) varia fra le quaranta ore a ettaro fino a un massimo di 135. Mentre la produzione media annua è compresa fra le 4 e le 4,5 tonnellate a ettaro.
I dati Ismea delle annate 2015-2019 indicano un prezzo medio all'origine delle noci con picchi fino a 4 euro al chilogrammo, in media i prezzi si aggirano fra i 2,60/2,80 euro al chilogrammo. La ricerca ci dice che il prezzo soglia per il quale l'investimento risulta positivo è di 2,5 euro a chilogrammo ma bisogna considerare che, per la vendita diretta, il prezzo al chilogrammo raggiunge e supera facilmente i 5 euro al chilogrammo. Il fattore decisivo è però il tempo, chiunque voglia impegnarsi in questa coltivazione dovrà calcolare un investimento iniziale importante e un tempo di ritorno dell'investimento lungo, tradotto ciò significa che, prima che l'investimento fatto inizialmente sia totalmente assorbito occorrono diversi anni. Il tempo è una funzione del prezzo strappato e quindi il tempo di ritorno aumenta al diminuire del prezzo di mercato. Se si vuole essere ottimisti occorreranno almeno otto anni.
Ciò che veramente potrebbe fare la differenza per un nocicoltore sono organizzazione, coordinamento e aggregazione, in modo da sfruttare meglio i macchinari, gli impianti per la post produzione e in modo da poter curare anche il canale marketing e comunicazione. A conclusione del suo studio Carlo Pirazzoli consiglia di muoversi per la creazione di un consorzio che possa valorizzare la produzione nazionale, differenziandola dal prodotto estero del quale, al momento, sono invasi i supermercati.