Undici pagine di documento e 34 punti, che vanno dall'implementazione di ricerca e innovazione alla diffusione di tecnologie digitali, dalla tutela del suolo a politiche ambientali finalizzate al sequestro di carbonio nel suolo e ad approcci sostenibili, passando attraverso catene di approvvigionamento alimentare diversificate, efficienti, sostenibili, resilienti.

 

È questa l'architettura del documento finale licenziato dal G7 dell'Agricoltura di Stoccarda del 13 e 14 maggio scorsi, che ha visto il Ministero delle Politiche Agricole garantire un intervento economico diretto di 5 milioni di euro alla Fao, nell'ambito del progetto Food Coalition.

 

Due giorni di partecipazione intensa, con al centro del vertice internazionale "l'invasione russa e le sue ripercussioni in Ucraina, la sicurezza alimentare globale pregiudicata dalla crisi geopolitica in atto, i sistemi alimentari sostenibili, il panorama del commercio agricolo e le catene di approvvigionamento agroalimentare", come lo stesso Ministero delle Politiche Agricole italiano, rappresentato dal ministro Stefano Patuanelli, ha riassunto.

 

Insieme ai ministri dell'Agricoltura del G7 hanno preso parte il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, il direttore generale dell'Ocse, Mathias Cormann, e il ministro della Politica Agraria e dell'Alimentazione dell'Ucraina, Mykola Solsky.

 

In aggiunta alla tragedia dell'invasione russa e dei bombardamenti, la guerra sta minacciando l'esplosione di una crisi alimentare globale. L'export di commodity dall'Ucraina, solitamente lungo le rotte marittime dai porti costieri sul Mar Nero, è bloccato sotto la minaccia delle navi russe.

"Ci sono 25 milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos dell'Ucraina e il mondo ha bisogno di questo grano. La cosa più semplice sarebbe che Putin fermasse la guerra ma non ci ha dato nessuna speranza al riguardo", ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock nella conferenza stampa di chiusura del G7, accusando la Russia di aver "intenzionalmente scatenato una guerra del grano".

 

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Con i porti bloccati, le alternative non sono immediatamente perseguibili. "Il treno attraverso la Romania è una possibilità - ha spiegato la ministra Baerbock - ma ci sono enormi difficoltà, perché lo scartamento è diverso e vi sono molti colli di bottiglia. I porti del Baltico sono un'opzione, ma bisogna raggiungerli".

 

Secondo la commissaria Ue ai Trasporti, Adina Valean, "20 milioni di tonnellate di cereali devono lasciare l'Ucraina nei prossimi tre mesi utilizzando le infrastrutture dell'Unione Europea. Si tratta di una sfida gigantesca, per cui è fondamentale coordinare e ottimizzare le catene logistiche, creare nuovi percorsi ed evitare il più possibile le diverse strozzature".

 

Nel 2021 l'Ucraina ha esportato il 75% della propria produzione cerealicola. Un terzo dell'export è destinato all'Europa, alla Cina e all'Africa. Le principali destinazioni del grano ucraino sono l'Egitto, l'Indonesia, la Turchia e il Pakistan. Tra i Paesi più dipendenti - ha ricordato Coldiretti - ci sono il Libano, la Libia, la Tunisia e lo Yemen, Paesi già di per sé economicamente e politicamente molto fragili.

 

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Dal G7 di Stoccarda, il ministro Patuanelli ha annunciato lo stanziamento di un contributo di 5 milioni di euro dal Mipaaf alla Fao per la realizzazione di progetti inseriti nella Food Coalition: 3 milioni per finanziare iniziative a supporto dei sistemi agricoli e alimentari colpiti dalla crisi pandemica anche attraverso programmi di gemellaggio e 2 milioni di euro in favore del settore agricolo in Ucraina.

È necessario, per il ministro Patuanelli, assicurare la trasparenza dei mercati e la circolazione di informazioni corrette per evitare fenomeni speculativi, in particolare sui prezzi delle commodity.

 

Stefano Patuanelli, inoltre, ha sottolineato come sia necessario porre rimedio alla crisi climatica, tutelando l'ambiente, la biodiversità, senza consumare suolo né sprecare le risorse naturali e preservare i sistemi di produzione locali legati al territorio, investendo sulle pratiche agricole benefiche per l'ambiente.

 

Dalla Polonia, intanto, dove ha partecipato a una conferenza regionale sulle conseguenze della guerra e sulla sicurezza alimentare, il vicedirettore aggiunto della Fao, Maurizio Martina, ha spiegato a Il Sole 24 Ore che "il problema dell'inflazione dei prodotti alimentari, in Africa, Medio Oriente, sta generando conseguenze significative" e che è necessario "mantenere i flussi commerciali aperti, prevedere import facilities ai Paesi più deboli".

 

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