Si è tenuto ieri, 21 ottobre, al Ministero delle Politiche Agricole, in due momenti distinti, il Tavolo Grano Duro e Tenero, presieduto dal sottosegretario Gian Marco Centinaio. Ne danno notizia Confagricoltura e Copagri con due distinte note stampa. Al centro degli incontri i recenti aumenti dei prezzi del grano e la necessità di ripartire i recuperi di marginalità in maniera equa nei due comparti.

Tutti i partecipanti sono stati d'accordo sulla costituzione, presso il ministero, di due tavoli interprofessionali per le filiere grano e duro e si sono dimostrati pronti a collaborare attivamente. Ai due tavoli si dovrebbero anche approfondire le modalità di assegnazione delle risorse al comparto previste dal fondo complementare del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza. Copagri ha sottolineato la necessità di affinare il progetto di Granaio Italia, per rendere più trasparente il mercato, in un quadro di scarsità e di aumento dei costi delle materie prime degli agricoltori.

Confagricoltura, recuperati margini persi in dieci anni

"I prezzi del grano duro e del grano tenero sono in crescita. Gli aumenti all'origine non devono però essere pagati dai produttori con rincari, non giustificabili, di mezzi tecnici e sementi; la componente agricola sta recuperando margini persi nei dieci anni precedenti". Lo ha sottolineato il vicepresidente di Confagricoltura Matteo Lasagna, intervenendo al Tavolo insieme al presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Cereali Alimentari, Carlo Maresca. 

Confagricoltura ha fatto presente come gli incrementi, soprattutto per il grano duro, siano dovuti a una situazione congiunturale internazionale, protrattasi nell'ultimo anno e mezzo, con costante diminuzione delle scorte, ma anche legata ai costi dei trasporti lievitati. Anche il prezzo all'ingrosso delle semole di frumento duro sta seguendo il medesimo andamento della materia prima; ciò in ragione della forte incidenza del prezzo della granella su quello della semola. Per quanto riguarda il comparto del grano tenero il mercato nazionale è caratterizzato da un andamento più altalenante con una maggiore stabilizzazione dei prezzi dal 2020 in poi.


Nell'incontro ministeriale - ha ricordato Confagricoltura - sono state tante le tematiche trattate ed è stata rimarcata la necessità di strutturare entrambe le filiere per ripartire equamente il valore aggiunto tra i diversi attori. Per tanto saranno strutturati due distinti tavoli, uno per il grano duro e il secondo per il grano tenero.

Ad avviso di Carlo Maresca l'obiettivo è anche quello di definire specifici contratti di filiera che supportino le scelte agronomiche e di programmazione dei produttori anche per mezzo di finanziamenti ministeriali.

"Consideriamo fondamentale - ha concluso Matteo Lasagna - un momento di confronto permanente su tutte le problematiche specifiche, già sperimentato con successo in altri settori e che possono permettere uno sviluppo omogeneo e coordinato delle filiere grano pasta e grano farine".

 

Copagri: "Mercato sia più trasparente"

"Nella filiera nazionale del grano c'è grande preoccupazione per la repentina impennata dei prezzi che si sta verificando ormai da diversi mesi; a tali sensibili aumenti, che rischiano di ripercuotersi sul prodotto finito, cioè la pasta, vanno sommati la crescita dei costi produttivi, quali ad esempio concimi e antiparassitari, e la drastica riduzione della produzione mondiale, con scorte ai minimi da cinque anni a causa dei cali verificatisi in Canada, Stati Uniti e Russia". Lo ha sottolineato Copagri intervenendo ai lavori del Tavolo grano Duro e tenero di ieri.

"A fronte di tale situazione, caratterizzata poi da un forte incremento dei prezzi dell'energia e dei trasporti, con quelli delle navi porta granaglie che stanno raggiungendo livelli fino a pochi mesi fa impensabili, si registra un aumento della domanda e dei consumi mondiali di grano", ha fatto notare la Confederazione, evidenziando che "tale preoccupante quadro interessa sia il comparto del grano duro che, in misura minore, quello del grano tenero, con ricadute sui prodotti da forno e di panificazione, ma anche sull'alimentazione del bestiame, vista la concomitante crescita dei prezzi di altre commodity, quali mais e orzo".

"Per tali ragioni è prioritario accelerare con la messa in campo del decreto attuativo del registro telematico di carico e scarico dei cereali, il cosiddetto 'Granaio Italia', apportando alcuni correttivi all'impianto normativo che possano ridurre il carico burocratico sulle spalle delle aziende, andando al contempo a garantire la trasparenza commerciale di un settore che vale oltre 3,7 miliardi di euro e impegna quasi 420mila aziende, con oltre 3,5 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata", ha suggerito Copagri.

"Pensiamo, in particolare, a interventi sulla quantità minima di cereali prodotta o stoccata per la quale va introdotto il registro, innalzando la rigida soglia attualmente prevista delle 5 tonnellate, e sulla frequenza con la quale ogni soggetto interessato dovrà inserire i propri dati a sistema; la priorità - ha concluso Copagri - deve essere quella di avere un quadro aggiornato e completo delle produzioni strategiche del paese, quali ad esempio i cereali, in quanto non è più possibile prescindere da una accurata conoscenza delle fonti di approvvigionamento dei beni di prima necessità".