Negli ultimi giorni Confagricoltura Puglia ha sollevato il caso della possibilità di impiego dei 10 milioni stanziati per i monitoraggi, per evitare il diffondersi della batteriosi a tutta la regione e oltre. Coldiretti Puglia ha invece ricordato come siano maturi i tempi per chiedere deroghe a Bruxelles per la zona infetta non soggetta a misure di contenimento, ai fini della possibilità di impiantare mandorli e ciliegi al posto degli olivi, perché meno soggetti ad infettarsi rispetto a questi ultimi, una conclusione cui è giunto l'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale per le ricerche di Bari.
Confagricoltura, serve investire sui monitoraggi
"In tema di Xylella fastidiosa le misure economiche, per quanto necessarie, non bastano ad affrontare il batterio che non sta solo cambiando l'economia della Puglia ma anche la sua morfologia. Per questo, serve un'azione più stringente da parte dell'Arif in materia di prevenzione e contrasto ed evitare così che il danno coinvolga tutta la regione", è quanto afferma il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro.Oggi che il contagio ha superato la fascia tra la Valle d'Itria e il Tarantino (con nuovi focolai tra Montemesola e Crispiano) e viaggia spedito nel Monopolitano, Confagricoltura chiede un'azione di monitoraggio più rapida e la immediata rimozione delle piante che hanno contratto il batterio nell'area cuscinetto, altrimenti nel giro di pochi anni il contagio potrebbe riguardare tutta la Puglia.
La diffusione della Xylella, iniziata nel 2013, e che ha già compromesso pesantemente il patrimonio olivicolo regionale con particolare gravità nel territorio salentino, va fermata affinché non prosegua la sua corsa verso le aree non colpite. "Il ministero delle Politiche agricole ha pronte le risorse per il monitoraggio, 10 milioni di euro - ricorda Lazzàro -. È importante che Arif e Regione utilizzino in fretta queste risorse, tenuto presente che oggi è persino difficile segnalare gli ulivi infetti".
Confagricoltura Puglia quindi chiede un incontro urgente con il direttore dell'Arif. "Le piante contagiate - aggiunge Lazzàro - nella zona di Monopoli si trovano nei pressi di una importante arteria stradale, la Statale 16, non è da escludersi che la sputacchina, l'insetto vettore della Xylella, da lì possa proseguire la sua opera dannosa, trasportata dagli autoveicoli".
Coldiretti, serve deroga Ue per ripiantare mandorli e ciliegi
Occorre una deroga dell'Ue per por mano all'impianto di mandorlo in area infetta da Xylella fastidiosa per garantire la necessaria diversificazione colturale e non condannare le province di Lecce, Brindisi e Taranto a una monocoltura, con il rischio che un virus alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la Xylella che ha azzerato il 40% del patrimonio produttivo della regione Puglia. E' quanto chiede Coldiretti Puglia, sollecitando una decisione immediata dell'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia alla luce delle evidenze scientifiche già documentate dal Cnr di Bari alla Regione Puglia nel 2018."E' determinante aprire all'impianto anche di altre specie arboree come il mandorlo e il ciliegio, oltre alla vite e al fico, per poter utilizzare al meglio i 25 milioni di euro messi a disposizione verso altre colture dal Piano anti Xylella da 300 milioni di euro e dare una iniezione di risorse alla ricerca con i 20 milioni di euro da destinare agli studi scientifici e alla sperimentazione per ricostruire al meglio il patrimonio produttivo e paesaggistico del 40% della regione colpita dalla Xylella", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Le indagini diagnostiche sulle piante delle varietà di ciliegio dolce e mandorlo selezionate, a seguito dell'esposizione sia all'inoculo artificiale sia ad adulti di sputacchina con elevata incidenza di infezioni di Xylella fastidiosa, hanno dimostrato - rileva Coldiretti Puglia sulla scorta dello studio scientifico dell'Ipsp del Cnr di Bari - che la presenza del batterio risulta in media inferiore all'11% su mandorli e ciliegi. Questo dato confrontato con quanto ottenuto nelle tesi con piante di olivo, con la media di piante infette del 74,43%, indica una percentuale significativamente più bassa di infezione di mandorlo e ciliegio. In questo senso una maggiore differenziazione produttiva dell'areale salentino, porterebbe con sé anche il diminuire della reale superficie di inoculo con successo da parte dell'insetto vettore.
"L'Osservatorio fitosanitario regionale ha la facoltà - insiste il presidente Muraglia - di derogare al divieto di impianto delle piante ospiti della Xylella fastidiosa nell'area dichiarata infetta. La ricerca ha dimostrato che il ciliegio e soprattutto il mandorlo, per cui il territorio salentino è vocato, hanno caratteri di resistenza non dissimili da quelle delle varietà di olivo Leccino e FS17".
Nel caso di ciliegio e mandorlo è stata osservata sia una minore suscettibilità alle infezioni, che un ridotto impatto sintomatologico delle infezioni, dato che la manifestazione dei sintomi - riferisce Coldiretti Puglia - fa riferimento principalmente a bruscature fogliari, che non evolvono in disseccamenti delle branche, come invece accade per le infezioni su olivo o altre specie ospiti.