Il Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia previsto dalla legge n. 44 del 21 maggio 2019 che aveva convertito il decreto per le Emergenze in agricoltura del 29 marzo 2019 non è ancora operativo, a quasi un anno dalla convulsa approvazione in Consiglio dei ministri del decreto e ad oltre 9 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge di conversione, con la quale il Governo aveva appostato 300 milioni di euro del Fondo sviluppo e coesione per rilanciare l’olivicoltura e l’agricoltura nella zona infetta da Xylella fastidiosa in Puglia non soggetta a misure di contenimento.

Eppure, lo scorso 29 gennaio, era stato emanato il tanto sospirato decreto interministeriale per il riparto delle risorse del Piano straordinario, e finalizzato a rilanciare l’economia del Salento, con misure per i reimpianti di olivi di cultivar resilienti, provvidenze per vivaisti e frantoiani, soldi per la ricerca e l’economia del territorio.

Ma fino al 6 marzo il provvedimento non risulta ancora neppure pubblicato in Gazzetta ufficiale. E non solo: il Piano operativo agricoltura del Fsc ancora non risulta essere stato aggiornato con lo stanziamento pure già previsto dalla legge 44/2019 dieci mesi fa. Tutti segni questi che indicano una sola possibile spiegazione: il decreto interministeriale deve ancora superare il vaglio della Corte dei conti, solo dopo tale controllo preventivo il Piano operativo agricoltura potrà essere aggiornato per legge dal Comitato interministeriale della programmazione economica, dando infine a Regione Puglia la liquidità necessaria a proseguire con gli interventi ormai già decisi e normati con l'ausilio del Piano di sviluppo rurale 2014-2020.
 

Coldiretti Puglia chiede di fare presto

“Serve una stretta decisiva affinché i 300 milioni del Piano per la rigenerazione del Salento arrivino subito ad agricoltori, frantoiani e vivaisti”. E' quanto afferma Coldiretti Puglia che chiede un’accelerata su strumenti e modalità di erogazione dei finanziamenti, a seguito dell’approvazione del Piano straordinario il 29 gennaio scorso in Conferenza Stato-Regioni.

"Ad oltre un mese dall’approvazione definitiva del Piano, il mondo agricolo salentino aspetta di conoscere lo stato dell’arte dell’iter del decreto, come e quando saranno erogate le risorse, essenziali a ricominciare a lavorare e a produrre. Lo stato di crisi, dopo 6 anni di disastro colposo in Salento, è aggravato dalle disdette di turisti italiani e stranieri che stanno arrivando quotidianamente agli agriturismi di quella zona, un’altra tegola ai danni di un settore già gravemente compromesso”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, riferendosi anche alla situazione di incertezza innescata dal Coronavirus, che rende ancora più urgente l'intervento.

Intanto, secondo Coldiretti Puglia, procedono al rallentatore istruttorie e pagamenti delle domande del Psr per l’espianto e il reimpianto di ulivi resistenti nell’area infetta da Xylella oltre che per il miglioramento fondiario per l’area infetta, finanziate coi soldi della prima delibera Cipe, quella del novembre 2018

“I ritardi nella gestione del Psr hanno come effetto che i rimpianti stanno procedendo col contagocce. Gli agricoltori devono reimpiantare ad ottobre e a marzo e sono imbrigliati nelle maglie di una burocrazia matrigna – insiste il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele in cui si barcamenano nell’istruttoria delle domande tra richieste di fotografie di quello che non c’è più da anni e pagamenti bloccati anche in presenza di regolari fideiussioni. Gli agriturismi tremano per una stagione pasquale azzerata, con il rischio che risulti compromessa anche quella estiva”.