A Roma ieri è scoppiata la guerra sull’olio. Perché il Governo ha presentato sin dallo scorso 20 novembre uno schema di decreto legislativo recante "Disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolamento (Ue) n 29/2012 relativo alle norme di commercializzazione dell’olio di oliva e del regolamento (Cee) n 2568/91 relativo alle caratteristiche degli oli d’oliva e degli oli di sansa d’oliva nonché ai metodi ad essi attinenti". E non piace a tutti.

L’atto è approdato di recente in commissione Giustizia alla Camera dei deputati. Ed è qui che ieri si è scatenata la bagarre. Secondo la vicepresidente della commissione Agricoltura di Montecitorio, Colomba Mongiello (Pd) siamo di fronte ad una vera e propria depenalizzazione del reato di frode.

Hanno risposto, con una nota congiunta, i ministeri delle Politiche agricole e della Giustizia che invece affermano: ”il testo del decreto legislativo non contiene alcuna depenalizzazione in materia di etichettatura e indicazione dell’origine, al contrario, aumenta fortemente le sanzioni amministrative”. Anche se si ammette “Sarà impegno del Governo quello di lavorare con le competenti commissioni parlamentari già dalle prossime ore per specificare e rafforzare la prevalenza delle fattispecie penali e il quadro sanzionatorio del decreto affinché possa adempiere alla sua finalità di integrare e irrobustire la 'legge Mongiello'".

Risponde al Governo il senatore del gruppo misto Dario Stefàno, già assessore all’Agricoltura in Puglia con la giunta presiduta da Nichi Vendola: sanzioni più dure in un solo Paese servono solo a danneggiare i nostri produttori, le rassicurazioni dei ministeri delle Politiche agricole e della Giustizia sulla severità delle norme rischiano di scatenare un effetto boomerang.

"La legge salva olio approvata due anni fa – ha detto la sua prima firmataria, il vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera, Colomba Mongiello (Pd) – è tuttora operativa ed è molto utilizzata da parte dei magistrati. Ma nonostante ciò ora scopriamo che le sanzioni penali rischiano di diventare sanzioni amministrative. Un ridimensionamento non da poco. Se pensiamo che l’ultimo sequestro di Bari di olio contraffatto che vale 10 milioni di euro, farebbe scattare una multa di 9.500 euro. Una riduzione che difficilmente potrebbe scoraggiare i falsari. Inoltre chi è stato già stato sanzionato con l’ammenda non può subire un’altra sanzione penale. Nei prossimi giorni cercheremo di far capire che questo provvedimento è inopportuno e di convincere il ministero a ritirarlo".

Ma non si fa attendere la risposta dei ministeri coinvolti, Politiche agricole e Giustizia. “Il testo dello schema di decreto legislativo recante disposizioni sanzionatorie relative all'olio d'oliva non prevede alcuna depenalizzazione in materia di etichettatura e indicazione dell'origine; al contrario, aumenta fortemente le sanzioni amministrative e prevede ulteriori sanzioni per fattispecie nuove, oggi non punite – si legge nel comunicato congiunto

La prevalenza della norma penale verrà assicurata, in ogni caso e senza dubbi, anche chiarendo ulteriormente che, nel caso di individuazione di illeciti penali, le sanzioni amministrative non verranno applicate, in attesa degli esiti delle indagini penali – ammette ancora la nota.

“Sarà impegno del Governo quello di lavorare con le competenti commissioni parlamentari già dalle prossime ore per specificare e rafforzare la prevalenza delle fattispecie penali e il quadro sanzionatorio del decreto - concede ancora - affinché possa adempiere alla sua finalità di integrare e irrobustire la "legge Mongiello", e le vigenti norme del Codice penale, e per continuare ad assicurare la coerenza con i lavori della commissione Caselli”. 

"Non dobbiamo dimenticare che il nostro principale obiettivo resta la trasparenza delle filiere. Solo in questo modo riusciremo a tutelare davvero il made in Italy, i produttori onesti, i consumatori e a non inquinare la competitività del settore". E' il commento del senatore Dario Stefàno (Misto), componente della commissione Agricoltura del Senato, al testo dello schema di decreto legislativo che prevede disposizioni sanzionatorie relative alla commercializzazione dell'olio d'oliva.

"In queste ore sono emerse diverse considerazioni e preoccupazioni che ho già avuto modo di esprimere e condividere nelle audizioni in commissione, dinanzi ai rappresentanti delle associazioni dei produttori di olio - aggiunge il senatore.

"Siamo uno dei maggiori Paesi produttori di olio, siamo continuamente bersaglio dell'agropirateria, eppure l'iniziativa del Governo, nonostante le ultime rassicurazioni fornite da Martina e Orlando, non risolve nemmeno questa volta le due principali criticità che rimangono a monte e che accompagnano da sempre l'attività dell'Italia in questo specifico settore - afferma ancora Stefàno.

"Da un lato, dunque, grava la scelta di aver legiferato sempre in maniera autonoma e a livello nazionale, senza mai pretendere la produzione di norme europee valide per tutti i Paesi membri e in grado di non produrre un dumping avverso alle nostre produzioni. Dall'altro, la miope scelta di perseguire esclusivamente un regime sanzionatorio sui reati di falsa etichettatura dell'extravergine che di fatto non restituisce la possibilità di garantire effettivamente la trasparenza delle e nelle filiere - dichiara il senatore, che conclude - trasparenza e chiarezza che gradiremmo notare anche tra le righe dei decreti per non generare continuamente equivoci sulle interpretazioni".