Scanavino, già vicepresidente nazionale dal 2010 nonché presidente della Cia di Asti dal 2002, sarà alla guida della Confederazione per i prossimi quattro anni e rappresenta il passaggio definitivo da una governance mista composta da agricoltori e funzionari confederali a una tutta di agricoltori, come sancito dal nuovo Statuto. Succede a Giuseppe Politi, che è stato al vertice dell’organizzazione per gli ultimi dieci anni.
“Oggi i cittadini, agricoltori compresi, non si sentono rappresentati dalla politica -ha detto il neo presidente della Cia- e quindi è assolutamente necessaria quella che io chiamo una ‘intermediazione buona’ tra gli interessi dei cittadini agricoltori e quelli della nazione, per curare il disagio che c’è nel Paese”. “L’agricoltura è la 'dispensa' dell’Italia e rappresenta una risorsa strategica per la ripresa dell’economia -ha spiegato Scanavino-. Anche con la crisi l’agricoltura sta garantendo occupazione e produttività. Basti pensare che nel 2013 sulla scena agricola sono spuntate 11.485 nuove aziende, pari al 10 per cento delle imprese neonate in Italia, e che oltre il 17 per cento di queste ha un titolare di età inferiore ai 30 anni. Non si può dimenticare che l’agroalimentare è l’unico comparto che continua a crescere sui mercati stranieri e che oggi cibo e vino ‘made in Italy’ costituiscono il secondo comparto manifatturiero del Paese con un fatturato di oltre 130 miliardi di euro e un'incidenza del 15 per cento sul Pil”.
“Il reddito degli agricoltori però - ha aggiunto il nuovo presidente della Cia - non cresce perché lo Stato appesantisce il settore con inconcepibili oneri burocratici. Ora serve un cambio di passo: la politica deve investire sul serio sul settore, dedicandovi tempo e risorse. La scelta di individuare agricoltura e cibo tra i settori chiave per il rilancio è un buon inizio. E' necessario un nuovo progetto di politica agricola e agroalimentare nazionale”. “Bisogna arrivare preparati per cogliere appieno gli appuntamenti che ci attendono, a partire dall’applicazione della nuova Pac e dall’Expo 2015 - ha aggiunto Scanavino - continuando a promuovere l’aggregazione e l’internazionalizzazione delle imprese; ridurre i costi produttivi, amministrativi e fiscali e favorire il ricambio generazionale. Perché c’è un’intera generazione, che è quella dei nostri figli, che rischia di restare fuori dal mercato”.
Il numero uno della Confederazione ha sottolineato: la parola d’ordine deve essere “semplificare” e “Agrinsieme ne è un esempio, poiché nasce dalla scelta di lavorare uniti di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, rompendo le logiche della frammentazione - ha chiosato Scanavino-. Abbiamo dato un segnale di anticipo sulla politica. Questo patto copre praticamente tutta la filiera agroalimentare e i suoi problemi, che finiscono per riflettersi anche su quelli di chi va a fare la spesa. Solo insieme si può far ‘pesare’ di più l’agricoltura e affrontare in maniera adeguata questioni ataviche e nuove sfide del settore”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Cia