L'interesse e il rispetto dei consumatori verso il comparto agricolo sono molto forti, anche in  quei Paesi dove meno del 2% della popolazione lavora in agricoltura, ma al contempo sia gli agricoltori che i consumatori sono d'accordo sul fatto che la reputazione dei coltivatori resta bassa.

E' quanto emerge in sintesi dal Farm Perspectives Study di BASF, un'indagine che ha preso in esame 1.800 agricoltori e 6.000 consumatori di sei Paesi (Brasile, India, Stati Uniti, Germania, Spagna e Francia) per stabilire come viene vista la professione dell'agricoltore, le sfide che deve affrontare e il ruolo che ricopre nella società contemporanea. Lo studio è stato presentato a Ludwigshafen, in Germania, l'8 novembre 2011 in occasione dell'annuale incontro di BASF con la stampa.

Sia i consumatori che gli agricoltori vedono la scelta di intraprendere un'attività agricola come una 'vocazione', connessa al fornire cibo e nutrimento, sostenere la cultura rurale e tutelare la terra. 'Custode' o 'amministratore' della terra sono due delle definizioni più usate dagli agricoltori di tutte e sei le nazioni prese in esame per definire il proprio ruolo (oltre l'80%), mentre sono state utilizzate solo dal 50-60% dei consumatori. In un'altra domanda, molti consumatori hanno addossato agli agricoltori la responsabilità dei problemi ambientali, di cui si dicono molto preoccupati, soprattutto in Brasile, India e Francia.

"Molti agricoltori prendono le preoccupazioni dei consumatori molto seriamente e stanno facendo del loro meglio per andare loro incontro" ha detto Stefan Marcinowski, membro del Board of executive directors di BASF. "Ciò che è emerso dallo studio è di fondamentale importanza per noi, in quanto ci mostra chiaramente dove possiamo intervenire a fianco degli agricoltori per superare questi ostacoli, con prodotti e soluzioni più sostenibili".

Tra gli argomenti presi in esame dallo studio ci sono lo scopo principale dell'agricoltura, che per l'80% di consumatori e agricoltori stessi è quello di "nutrire il mondo". Sono state prese in esame le possibili strategie per colmare il gap tra interesse e comprensione che i 'profani' hanno riguardo al comparto agricolo (la maggior parte si dichiara molto interessata, ma allo stesso tempo ammette di non capirne granché).

Lo studio affronta poi il controverso nodo dei prezzi del cibo, che si riflettono inevitabilmente sui prezzi pagati al produttore. I coltivatori ritengono che l'industria e i consumatori debbano fare di più per sostenere l'agricoltura: più prodotti ecofriendly, più rappresentazione pubblica del comparto, campagne per sensibilizzare i consumatori e spiegare loro perché pagare di più per prodotti coltivati in maniera sostenibile per l'ambiente.

"Questi risultati sono un chiaro messaggio che i coltivatori hanno bisogno di sostegno in sfide che vanno molto al di là dell'orizzonte prettamente 'affaristico'. Allo stesso tempo, è anche un segnale a tutti noi, industria, consumatori e policymakers, che ci indica che dobbiamo colmare i gap e fornire ai coltivatori un supporto sempre maggiore andando avanti" ha concluso Marcinowski.

 

Leggi il rapporto completo