Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giancarlo Galan ha partecipato al 65° Congresso di Assoenologi tenutosi a Merano. Questo è quanto ha dichiarato all'evento: "Concludere questa giornata di inaugurazione del 65° Congresso di Assoenologi qui a Merano in Alto Adige, una terra che amo molto, è per me un grande piacere e allo stesso tempo una preziosa occasione per parlare di un settore che mi sta a cuore come quello vitivinicolo. Oggi sono qui per riflettere insieme a voi sul settore vitivinicolo, che come tutti sappiamo è tra i più rilevanti del nostro sistema agroalimentare. Basti pensare a queste cifre: oltre 700 mila gli ettari investiti a vigneti e quasi 1 agricoltore su 3 che coltiva uva da vino. Tuttavia, nonostante l’indiscutibile importanza della produzione vitivinicola, il suo significato strategico a livello nazionale e internazionale, la crisi economica non ha risparmiato questo settore".

"In Italia il mondo del vino sta vivendo una fase di grande trasformazione - continua Galan - Dal 2001 ad oggi sono stati riconvertiti 151mila ettari, ovvero più di 1/5 della superficie viticola nazionale. Si tratta di una rivoluzione positiva, da non sottovalutare. Questo ci ha consentito di passare da vini ‘antichi’, ma in larga misura invendibili, cioè non collocabili nel mercato, a vini che possono essere definiti i ‘vini del XXI’ secolo, vale a dire vini che sono molto apprezzati sia in Italia che nel resto del mondo. Il nostro obiettivo, la nostra convinta e sincera speranza, è che questo ci permetterà di competere alla grande a livello mondiale, consolidando ulteriormente il ruolo di leadership del Made in Italy".

"E' bene sottolineare che tutto ciò è stato possibile grazie al coordinamento del Mipaaf, un coordinamento che abbiamo intenzione di rafforzare per il futuro, per utilizzare al meglio le risorse comunitarie messe a disposizione da Bruxelles, che oggi ammontano a circa 230 milioni di euro all’anno - spiega ancora il ministro al Mipaaf - Sono certo che questo si possa senza dubbio considerare un segnale di grande ottimismo che dimostra come le nostre imprese agricole vitivinicole ripongano la loro fiducia nel futuro e desiderino investire per continuare a riconvertire la loro produzione. Nella riconversione non c’è solo una grande professionalità, ma anche ricerca, cultura, innovazione tecnologica, riscoperta di varietà tradizionali storicamente legate ai nostri territori e anche metodi di produzione in passato sottovalutati. Come il ripristino di elementi tipici del paesaggio rurale, ad esempio dei terrazzamenti. In questa ottica possiamo parlare anche di ricadute positive riguardo alla valorizzazione, alla tutela e alla salvaguardia dei nostri paesaggi agrari". 

"Vorrei infine assicurare il mio appoggio e la mia più totale partecipazione alle evoluzioni e alle sfide che il settore vitivinicolo italiano si troverà a vivere e ad affrontare. Così dicendo, non intendo ignorare i pesanti strascichi che la crisi economica ha comportato, né tacere su difficoltà che però si stanno in una certa qual misura già superando - conclude il ministro Galan - Da ultimo, mi sia concesso un saluto particolare alle tante donne che hanno creato la fortuna di moltissime imprese e così facendo hanno contribuito alla rinascita della nostra agricoltura, a partire proprio dal vino".