All'aspetto è un liquido piuttosto scuro, dall'odore di affumicato e dal pH acido che sta riscuotendo parecchio interesse soprattutto in Asia dove è usato per svariati utilizzi: da biostimolante ad antiparassitario, da antiossidante a tarmicida, tanto per elencarne alcuni.
Un recente studio condotto presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, e pubblicato sulla rivista scientifica Soil Research ha valutato gli effetti sulla fertilità biologica del suolo, proponendolo in qualche modo come un biostimolante della flora del terreno.
E noi abbiamo intervistato Roberto Cardelli, che ha coordinato questo lavoro, per farci spiegare meglio cosa è questo prodotto e che effetti può avere sul suolo.
Professore, innanzitutto può spiegare meglio cosa è il distillato di legno?
"Il distillato generalmente si ottiene dalla condensazione diretta del fumo prodotto dalla combustione di biomassa legnosa in ambiente poco ossigenato, durante i processi di combustione, gassificazione o pirolisi. La composizione chimica del distillato deriva dalla rottura termica delle componenti delle strutture vegetali che, degradandosi, portano alla formazione di diverse molecole organiche più o meno complesse. Tra queste l'acido acetico è il massimo rappresentante, seguito da molte altre classi di composti tra cui aldeidi, chetoni, alcoli, acidi organici, esteri, furani e pirani, fenoli e tannini".
Perché l'idea di valutarne gli effetti sulla microflora del terreno?
"Poiché sono stati accertati effetti positivi sulla crescita della pianta, sia a livello fogliare che radicale, dopo applicazioni con irrorazione all'apparato aereo, abbiamo voluto verificare gli effetti del distillato di legno quando esso arriva al suolo. Il prodotto è conosciuto anche per la sua efficacia pesticida e abbiamo innanzitutto controllato che non si avessero effetti negativi sulla biomassa vivente del suolo, che è poi la principale responsabile del compimento di tutti i cicli biogeochimici e che ne garantisce la qualità".
Cosa avete valutato nel vostro lavoro e come?
"Insieme al dottor Michelangelo Becagli abbiamo deciso di valutare gli effetti di dosi crescenti di distillato di legno, andando a bagnare alla capacità di campo un suolo di media fertilità partendo da una diluizione allo 0,5% per arrivare al 5%. Dopo dieci giorni abbiamo poi analizzato il carbonio della biomassa del suolo, la respirazione, e le varie attività enzimatiche che solitamente sono utilizzate per giudicare la qualità biologica del suolo".
Il professor Roberto Cardelli (a sinistra) e il dottor Michelangelo Becagli (a destra) dell'Università di Pisa
E cosa è venuto fuori?
"Fino a concentrazioni non superiori all'1%, il distillato di legno da noi usato sembra generalmente stimolare la biomassa microbica del terreno in termini quantitativi e di attività respiratoria, e lascia inalterati i parametri di qualità biologica basata sui saggi di tipo enzimatico. L'unica attività del suolo che ha registrato una diminuzione è stata quella ureasica, e questa indicazione può aprire possibili orizzonti verso l'utilizzo del distillato anche all'interno della concimazione azotata a lenta cessione".
Ma i distillati di legno sono tutti uguali o hanno caratteristiche chimiche, e magari proprietà diverse, ad esempio a seconda del legno usato o del tipo di processo di produzione?
"Sicuramente la resa e la composizione chimica del distillato di legno può variare. Il tipo di essenza legnosa, ma anche il processo utilizzato (tipo di impianto, con diverse temperature e tempi di combustione), l'efficienza della condensazione e la raffinazione delle varie frazioni possono portare alla produzione di distillati diversi, forse non tutti sempre utilizzabili per l'impiego agricolo. In realtà il distillato di legno è un prodotto ancora poco conosciuto, sia dal mondo accademico sia dal mercato, su cui ancora andranno fatti nuovi studi e approfondimenti soprattutto per quanto riguarda il processo ottimale di produzione".
E voi che distillato avete usato?
"Quello da noi utilizzato è il distillato di legno BioDea, ottenuto dal processo innovativo di trasformazione di biomassa in ambiente confinato, con un processo di ossido-riduzione a distillazione frazionata dell'impianto del Gruppo RM Energy Solutions. L'impianto è realizzato con tecnologie altamente all'avanguardia e tutti i parametri di processo sono studiati e controllati per ottenere prodotti di qualità privi di residui tossici e molecole nocive spesso presenti in altri processi di gassificazione o pirolisi. L'estrazione viene eseguita senza aggiunta di acqua, ma utilizzando quella presente naturalmente nella biomassa stessa. In particolare l'estrazione della linfa e dell'umidità avviene in corrente di vapore, a diversi gradienti di temperatura, per operare un'estrazione efficace e completa delle molecole garantendone le proprietà".
Dal punto di vista tecnico, si può già pensare di usare il distillato di legno per migliorare la fertilità del suolo? E se sì come?
"Il concetto di fertilità non è legato soltanto alla dotazione di elementi nutritivi, ma anche ad altre caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del suolo, tra cui la presenza e attività dei microrganismi. Questi sono in grado di influenzare la disponibilità e la assimilazione degli elementi minerali da parte della pianta. Il distillato di legno, contenendo molecole organiche facilmente degradabili, può favorire lo sviluppo della biomassa microbica intervenendo anche sugli enzimi che regolano i principali processi metabolici. Attivando positivamente i microrganismi del suolo, la distribuzione alle opportune dosi del distillato di legno BioDea al suolo può rendere maggiormente disponibili gli elementi di fertilità per le piante favorendo la crescita e la salute delle stesse.
Il prodotto può essere utilizzato su tutte le colture sia in pieno campo, sia in serra, sia in idroponica, a diluizioni importanti e a costi contenuti. Le dosi consigliate in fertirrigazione vanno dai 300 ai 500 ml/hL, per via fogliare dai 200 ai 250 ml/hL".
Stimolando lo sviluppo della biomassa microbica ci può essere il rischio di favorire anche microrganismi dannosi delle piante?
"Non è semplice dare una risposta precisa. Probabilmente no, perché a crescere è l'intera biomassa microbica e gli equilibri tra le popolazioni di microorganismi non dovrebbero essere modificati. Ma per capire gli effetti sulle singole specie microbiche sono necessari studi specifici di microbiologia del suolo. In generale però si ha un miglioramento dei parametri di fertilità biologica, come emerge anche dal nostro studio e un miglioramento delle condizioni di salute delle piante, come hanno messo in evidenza altri lavori".
Dal punto di vista normativo, è già possibile farlo o sono necessarie delle registrazioni del prodotto come fertilizzante o biostimolante?
"Il distillato di legno BioDea che abbiamo in questa prova è registrato come 'corroborante, potenziatore delle difese delle piante' ed è utilizzato per migliorare la resistenza delle piante agli stress biotici ed abiotici e, in quanto tale, la normativa italiana ne consente l'uso in agricoltura biologica ai sensi del decreto ministeriale 6793 del 18.07.2018".