Quattro sono i punti chiave, esprimibili attraverso altrettante domande. Per ognuna di esse, i tecnici di Bayer forniscono la risposta attraverso brevi video. Di seguito, le tre risposte di Giacomo Zapparrata, Riccardo Bertozzini e Christian Cavazza, rispettivamente territory manager di Toscana-Umbria-Marche-Lazio-Abruzzo, di Calabria-Sicilia-Sardegna e dell’Emilia Romagna. A seguire, la risposta di Lorenzo Fabbretti, key account manager per Campania-Molise-Basilicata e Puglia.
È ancora possibile produrre grano?
La risposta è sì. Il territorio italiano ha un’alta vocazione, inoltre siamo forti consumatori ed esportatori di pasta. Terza ragione: gli aiuti eurocomunitari forniti al comparto. La chiave di volta è quindi la valorizzazione del raccolto, da concepire come parte fondamentale di una filiera.
Come si migliora la redditività delle coltivazioni?
Parlando di commodities il valore aggiunto può risultare scarso. Per migliorare la redditività del grano si devono innalzare le produzioni mantenendo elevati anche i parametri qualitativi. Facile? Sì, ma solo se si sa quali strumenti utilizzare e quali programmazioni seguire. La parola chiave è quindi innovazione.
Come si può andare incontro alle esigenze dei cerealicoltori?
L’agricoltore può contare su un’ampia disponibilità di diserbi, ma le considerazioni da fare sulla corretta scelta sono molte. In tal senso Bayer ha messo a disposizione una serie di prodotti come quelli della Famiglia Atlantis, in grado di soddisfare al meglio le molteplici esigenze delle diverse realtà cerealicole italiane.
Quali sono le figure chiave che dovrebbero affiancarsi al cerealicoltore?
La prima figura chiave è lo stoccatore, il quale fornisce anche agli agricoltori i mezzi tecnici, sia quanto a semente, sia quanto a fertilizzanti e strumenti di difesa. Dopodiché, servono tecnici capaci di indirizzare al meglio i cerealicoltori nella loro quotidianità operativa.© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Bayer