Il quadro normativo di riferimento per l’utilizzo degli agrofarmaci, sempre più indirizzato verso un uso sostenibile a basso impatto sulla salute e sull’ambiente, ha ridotto di circa il 70% i principi attivi disponibili sul mercato, determinando tuttavia anche una forte limitazione dei meccanismi d’azione utili impiegabili per la difesa delle colture e favorendo nel tempo l’insorgenza di resistenze. In questo scenario, il riso italiano rischia di perdere competitività nei confronti dei prodotti provenienti da Paesi extracomunitari che hanno meno limitazioni nella difesa delle piante, nonché di dover rinunciare al ruolo di market leader tra i Paesi Ue sia in termini quantitativi, sia qualitativi. L’Italia, con i suoi circa 250 mila ettari coltivati a riso rappresenta praticamente la metà della superficie investita (poco meno di 500 mila ettari) e della produzione raccolta (3,2 milioni di tonnellate) nell’Unione europea.
Su tali temi porteranno il loro contributo il professor Aldo Ferrero dell’Università di Torino, Giuseppe Sarasso agronomo esperto del settore, Beniamino Cavagna della Regione Lombardia e Elena Anselmetti della Regione Piemonte.
Il convegno terminerà con una tavola rotonda in cui interverranno Giovanna Azimonti dell’Icps (Centro internazionale per gli antiparassitari e la prevenzione sanitaria, Milano), esperta designata dal ministero dell’Ambiente nella Commissione consultiva per i prodotti fitosanitari; Bruno Caio Faraglia, dirigente del Servizio fitosanitario centrale, produzioni vegetali del Mipaaf; Michele Pisante commissario delegato Crea; i presidenti dell’Ente Risi, Paolo Carrà e dell’Associazione delle industrie risiere (Airi), Mario Francese; Alberto Ancora, country manager Italia divisione Crop Protection, BASF.
Concluderà il dibattito il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi.
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Fonte: Confagricoltura