Sono sempre meno i prodotti fitosanitari utilizzati nei campi italiani: secondo uno studio dell'Istat, nel 2010 il mercato di questi prodotti è risultati in calo complessivamente del 2,4%, confermando la tendenza europea.
Tengono soltanto gli erbicidi e gli insetticidi, con un moderato incremento (rispettivamente del 9,5% e 2,2%), mentre i fungicidi si riducono del 7,4% e i vari del 3,8%.
Nel 2010 è diminuita anche la concentrazione delle sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari, passata dal 50,3 al 49,5%.
I principi attivi contenuti nei preparati distribuiti per uso agricolo si sono ridotti del 3,4%, con i fungicidi che rappresentano il 60,0% del totale, gli insetticidi e gli acaricidi l'11,4%, gli erbicidi il 13,9%, i vari il 14,1% e i biologici lo 0,6%.
Aumenta invece, la quantità dei principi attivi consentiti in agricoltura biologica e contenuti nei prodotti fitosanitari (+22,7% rispetto al 2009).
Nel 2010 cresce sia la quantità distribuita di prodotti tossici e molto tossici (+57%), sia quella di prodotti nocivi (+6,2%), mentre i prodotti non classificabili si riducono del 7,2%.
In calo anche le trappole, che segnano un -15,6% rispetto all'anno precedente.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 49,7% dei prodotti fitosanitari viene distribuito nelle regioni settentrionali, l'11,8% in quelle centrali e il 38,5% nel Mezzogiorno.
Agrofarma soddisfatta
Agrofarma, Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, commenta con soddisfazione il dato.
"La diminuzione delle quantità impiegate è il frutto di costanti investimenti in ricerca e sviluppo dell'industria del settore (il 6% del suo fatturato complessivo ovvero 47 milioni di euro su circa 807 milioni di euro di fatturato 2010)", fa sapere l'associazione in una nota.
L'introduzione di nuove tecnologie sempre più rispettose dell'ambiente ha consentito di ridurre le dosi d'impiego, tanto è vero che il dato diramato dall'Istat può essere letto in modo coerente anche all'interno del trend positivo degli ultimi 10 anni. Nel periodo 1990-2010, infatti, si è registrato un calo del 32% nel consumo nazionale di agrofarmaci, passando dalle 141.200 tonnellate del 1990 alle 95.830 del 2010.
"Gli agricoltori sono ormai perfettamente in grado di combinare competenze tradizionali con l'uso intelligente di tutti i mezzi tecnici oggi a loro disposizione", prosegue Agrofarma.
"Basti pensare alla produzione Integrata: un approccio largamente praticato dagli agricoltori italiani, che consente di impiegare gli agrofarmaci solo se e quando è strettamente necessario, sulla base di previsioni meteo e di previsioni di infestazioni delle colture da parte dei parassiti. E' anche grazie agli agricoltori e alle loro capacità che in Italia la quantità di agrofarmaci utilizzata in agricoltura è costantemente in calo da oltre 10 anni".
Sul sito dell'Istat è possibile leggere il testo integrale dell'indagine e scaricare le tavole relative.
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