L'erba medica non è appetita solo dal bestiame, ma anche da un numeroso gruppo d’insetti di vorace aggressività. Tra i più diffusi, e più frequentemente presenti nel nostro territorio, troviamo la Fitodecta, gli afidi, l'Apion e le cavallette. Per risolvere tutte queste problematiche Sipcam propone Epik innovativo insetticida a largo spettro d’azione. Registrato appunto su Afidi, Apion, cavallette e Fitodecta è la soluzione ideale per l’erba medica. Epik su erba medica è consigliato alla dose di 0,5 Kg/ha, assicurandosi di effettuare un’uniforme bagnatura. Epik, a base di acetamiprid, è caratterizzato da pronta attività sugli insetti bersaglio, abbinata a elevata sistemia nella coltura. Ha inoltre una favorevole classificazione tossicologica e non necessita di patentino. Epik mostra ottima selettività verso gli insetti pronubi e per l’entomofauna utile in genere. Il suo buon profilo residuale ne permette un periodo di carenza di 14 giorni.
I parassiti nel dettaglio
La Phytodecta fornicata, o crisomela dell'erba medica, è un coleottero crisomelide simile a una coccinella. I danni sono causati sia dagli adulti sia dalle larve, dal momento che i diversi stadi si nutrono rodendo le foglie e gli steli più teneri dell'erba medica. Compie una generazione l’anno: trascorre l'inverno come adulto, riparato in profondità nel terreno, per ricomparire all'inizio della primavera. Le femmine, dopo l'accoppiamento, depongono le uova in gruppetti, generalmente nella pagina inferiore delle foglie. Le larve completano lo sviluppo in circa 3-4 settimane. A maturità si portano nel terreno e s’impupano. Gli adulti sfarfallano e raggiungono le piante per nutrirsi e dopo poco tempo si rifugiano nel terreno, dove sverneranno. In progressiva espansione, in questi ultimi anni la Fitodecta ha costituito uno dei problemi fitosanitari dell'erba medica più gravi e diffusi.
L'Apion pisi, o apion della medica e del trifoglio, è invece un coleottero curculionide, il quale compie due generazioni l’anno, svernando come larva e provocando attacchi su leguminose da prato e orticole. I danni sono arrecati alla coltura, sia dagli adulti (forniti di un grosso rostro perforante con il quale aggrediscono i giovani germogli provocando ripetute rosure) sia dalle larve, prevalentemente sulla produzione primaverile (primo e secondo ricaccio) e in minor misura su quella autunnale.
Anche gli afidi fanno la loro parte, in particolare Aphis craccivora, Acyrtosiphon pisum e Aphis fabae, i quali attaccano i giovani germogli della medica nutrendosi di linfa e rallentando lo sviluppo degli steli. Sviluppano in genere numerose generazioni da aprile a luglio avanzato. Svernano per lo più come uovo. La pericolosità, se l'attacco è massiccio, non è legata solo al danno diretto quali - quantitativo della produzione di medica, ma anche al rischio di gravi mastiti indotte sul bestiame che si nutre di foraggio inquinato dagli esoscheletri degli afidi rimasti presenti sulla vegetazione dopo lo sfalcio.
Infine, una piaga biblica: il Calliptamus italicus, o cavalletta dei prati, o locusta dalle ali rosa. Il Calliptamus è un ortottero tipico del bacino mediterraneo. Negli ultimi anni sono state segnalate consistenti infestazioni di queste cavallette in varie zone dell´Emilia-Romagna, come in altre regioni italiane. Il fenomeno non è nuovo, si tratta infatti di un evento ciclico che si verifica soprattutto nella fascia collinare e pedecollinare, favorito dalla siccità e dalle temperature non molto rigide dei mesi invernali che consentono la sopravvivenza e lo sviluppo delle uova deposte da questi insetti nel terreno. Gli adulti sono di colore grigio o brunastro e presentano un accentuato dimorfismo sessuale: il maschio raggiunge una lunghezza di 13-26 mm e la femmina di 21-36 mm. Le forme giovanili (neanidi), attraverso più mute raggiungono lo stadio d’immagine in 40-50 giorni.
L´insetto compie una generazione l’anno. In caso di forte infestazione le neanidi si riuniscono in massa ricoprendo interamente il terreno. I primi adulti compaiono in luglio e si spostano in volo per brevi distanze. L´ovideposizione è effettuata in agosto in aree circoscritte ("grillare"). Le uova sono deposte in numero variabile da 25 a 55 all´interno di un cannello, incollate tramite un secreto spugnoso entro un foro scavato dalla femmina nel terreno alla profondità di 2-3 cm.