In Toscana ci sono oliveti più tradizionali con forme di allevamento a vaso o a cono, come pure impianti più moderni superintensivi con elevate densità e si coltivano diverse cultivar autoctone.
Tra tradizione e innovazione
In questo contesto così vario opera Rudy Galeotti, titolare del Frantoio Galeotti con sede in località Le Case, nei pressi di Scarlino (Gr). "Da tre generazioni la mia famiglia raccoglie e frange i prodotti di oliveti di terzi nelle province di Livorno e Grosseto" racconta Galeotti. "Lavoriamo circa 800-1.000 tonnellate annue di olive e imbottigliamo solo olio extravergine toscano Igp certificato".
Nel 1996 Galeotti ha deciso di avviare anche un'attività contoterzi su coltivazioni specializzate ed estensive. Oggi, oltre a eseguire le operazioni meccanizzate in oliveti e vigneti, gestisce diversi appezzamenti di grano duro, lenticchie, ceci ed erbai con l'aiuto di tre dipendenti e di un ampio parco macchine.
"Ci piace introdurre piccole innovazioni in azienda" spiega Galeotti. "In frantoio miglioriamo la gestione delle temperature in fase di estrazione e stiamo pensando alla conservazione dell'olio sotto azoto per proteggerlo dall'ossidazione, mentre in campo gestiamo sempre più produzioni con l'approccio biologico".
Ingresso del Frantoio Galeotti
(Fonte foto: AgroNotizie)
Olivicoltura, c'è sempre tanto da fare
Le principali operazioni che impegnano l'azienda in primavera sono l'impianto di nuovi oliveti - che dev'essere preceduto dallo scasso del terreno in autunno - la trinciatura dello spazio interfilare negli oliveti inerbiti, l'erpicatura negli oliveti privi di manto erboso e la concimazione. Proprio lo scasso è stato uno dei primi compiti svolti da Galeotti con il nuovo trattore T255 Versu di Valtra, acquistato pochi mesi fa dal Concessionario Progetto Cervetti di Grosseto.
Più avanti nella stagione, se si rileva la presenza della mosca dell'olivo, iniziano i trattamenti con agrofarmaci o con caolino, prodotto autorizzato in agricoltura biologica che crea un ambiente sfavorevole alla deposizione delle uova.
Infine arriva il momento della raccolta, sempre più anticipata a causa dei cambiamenti climatici. "Oggi raccogliamo a fine settembre inizio ottobre, circa un mese prima rispetto a trenta anni fa" specifica Galeotti. "Usiamo pettini meccanici agganciati posteriormente ai trattori o a piccoli escavatori in oliveti a vaso oppure scuotitori semoventi con pinze in impianti monocono, dove la chioma degli olivi è abbastanza alta da permettere di installare reti attorno ai tronchi delle piante".
Valtra T255 Versu con livrea bianco metallizzato in oliveto
(Fonte foto: AgroNotizie)
A questo punto, la rapidità è fondamentale: dalla raccolta all'estrazione dell'olio devono passare meno di 24 ore. Dunque, il contoterzista riprende in mano il T255 Versu - appartenente alla Serie T di quinta generazione - per eseguire il trasporto dei bins carichi di olive dai campi al frantoio. In seguito, il modello Valtra trasporta anche il materiale di risulta dell'estrazione dell'olio, cioè la sansa, al biodigestore dove verrà prodotta energia elettrica ed estratto il nocciolino, utilizzabile come pellet.
Il T255 Versu con muletto montato sul sollevatore anteriore si rivela un valido alleato anche nelle movimentazioni di bins e pallet in azienda.
T255 Versu: potente, veloce e agile
La potenza massima di 235 cavalli (271 con boost), l'omologazione a velocità di 50 chilometri orari e l'elevata manovrabilità rendono il trattore Valtra ideale sia per le lavorazioni del terreno più impegnative sia per i trasferimenti stradali e il material handling.
"Durante lo scasso, il T255 ha permesso al ripper di lavorare senza difficoltà un terreno di medio impasto a profondità di 80 centimetri" sottolinea Galeotti. "Ha garantito ottimi risultati anche nella lavorazione profonda del terreno in un oliveto con sesto d'impianto 6 per 6 metri".
A sprigionare tutta la potenza necessaria è il motore a sei cilindri AGCOPower 74 LFTN-D5 da 7,4 litri che - conforme allo Stage V grazie ai sistemi DOC, DPF, SCR - garantisce anche una coppia massima di 930 newtonmetri (a 1.500 giri al minuto). I consumi di gasolio e AdBlue, stoccati rispettivamente in serbatoi da 380 e 70 litri, sono bassi.
Motore AGCOPower Stage V sotto il cofano del Valtra T255 Versu
(Fonte foto: AgroNotizie)
"Inoltre, il trattore è eccezionale su strada poiché mi permette di portare a termine il trasporto delle olive in tempi brevi e di cambiare in modo fluido con il joystick posizionato sul bracciolo SmartTouch" prosegue Galeotti, che stima di usare il modello per settecento ottocento ore quest'anno.
Il contoterzista ha scelto la trasmissione Versu con quattro gamme e cinque marce powershift per un totale di 30AV + 30RM al posto della trasmissione a variazione continua Direct perché - in modalità automatica - offre una fluidità simile al CVT su strada, ma anche un'elevata potenza trasmessa alle ruote in fase di trazione in campo.
Il T255 è anche facile da manovrare in spazi ristretti e su terreni accidentati grazie a un raggio di sterzata di 5,25 metri e a una luce libera dal suolo di 560-600 millimetri. "Con un'ottima distribuzione del peso sull'assale anteriore (40%) e posteriore (60%) è ben bilanciato e quindi garantisce elevata stabilità in pendenza e buone performance su fondi cedevoli in cui l'affondamento delle ruote è frequente" aggiunge Galeotti.
Versatilità e comfort senza paragoni
A soddisfare il contoterzista sono anche l'idraulica e la cabina del T255. Infatti, la pompa load sensing con portata di 200 litri al minuto (115 litri al minuto di serie) e i sei distributori posteriori elettronici (di cui due opzionali, uno on/off per il terzo punto idraulico) permettono di gestire al meglio anche gli attrezzi con maggiori richieste idrauliche.
Sei distributori e sollevatore da 9mila chili per il Valtra T255 Versu di Galeotti
(Fonte foto: AgroNotizie)
Facilitano ulteriormente il controllo delle attrezzature posteriori il sollevatore che alza oltre 9mila chilogrammi, la Pto a tre velocità (540/540Eco/1000) e il connettore Isobus. L'utilizzo del muletto, di un rullo o di una tramoggia frontali è un gioco da ragazzi grazie alla presenza di un distributore anteriore elettronico e del sollevatore anteriore da 5.200 chili (optional).
"Oltre a permettere di lavorare con vari attrezzi, il T255 Versu è davvero confortevole ed ergonomico" afferma Rudy Galeotti. Il contoterzista apprezza molto l'elevata visibilità anteriore e la riduzione delle vibrazioni resa possibile dalle sospensioni dell'assale anteriore, della cabina e del sedile (pneumatica), nonché i pulsanti personalizzabili del bracciolo SmartTouch e il display sul montante destro per la visualizzazione dei parametri principali.
Di aiuto al contoterzista anche le tecnologie Valtra come la guida satellitare Valtra Guide (con ricevitore e monitor Trimble) che permette di eseguire ogni operazione in campo con la massima precisione, e il sistema di telemetria Valtra Connect. Quest'ultimo consente a Galeotti e a Cervetti di monitorare il trattore da remoto tramite smartphone o Pc, intervenendo tempestivamente in caso di segnali di allarme e riducendo i fermi macchina.
Interno della spaziosa cabina del Valtra T255 Versu
(Fonte foto: AgroNotizie)