"Nonostante la situazione che tutti conosciamo in cui l'Europa inizia a dare segni di ripresa ma l'Italia no, Bcs continua a investire".

Con queste parole si è aperta la  consueta conferenza stampa Bcs, indetta lo scorso 31 ottobre nel quartier generale di Abbiategrasso, che ha visto anche  un saluto e un ringraziamento Benso Marelli, consigliere delegato Bcs e parte del Gruppo da trent'anni, ora in meritata pensione.

"Abbiamo aperto una filiale nel sud del Brasile dove vive un forte sviluppo la viticoltura di cui sono protagoniste molte aziende italiane e tedesche - ha spiegato Fabrizio Castoldi, a capo del Gruppo - Per quanto riguarda il prodotto continuiamo a investire in R&S e ne sono la prova due nuovi brevetti grazie ai quali abbiamo ricevuto prestigiosi riconoscimenti a Enovitis in Campo per lo Sky Jump e, alla prossima Eima, toccherà alla motofalciatrice 660 HY WS PowerSafe premiata per la frizione idraulica brevettata PowerSafe".



 
Il Gruppo ha investito in risorse umane e mezzi; è stata creata la divisione commerciale Export Agri e Gems fortemente orientata all'estero e non sono mancati ingenti investimenti destinati all'aggiornamento del parco macchine d'officina, ai nuovi magazzini verticali automatizzati e all'automazione, ancora in studio, del magazzino spedizioni macchine di Abbiategrasso.


A ciò si aggiungono 5 milioni di euro destinati al trasferimento dell'unità produttiva di Cusago in seno a quella di Abbiategrasso -foto sopra -  con la costruzione di nuovi capannoni a basso impatto ambientale.

"La nostra volontà è quella di non delocalizzare e rimanere vivi e produttivi in Italia - ha concluso Castoldi - nonostante il costo del lavoro sia tra i più alti dell'unione.
Ci aspettiamo una erosione dei 
margini a cui rispondiamo con la ricerca e lo sviluppo perchè 'il futuro appartiene a chi ha il coraggio di osare', come sosteniamo in uno slogan da ormai qualche anno".

Tempo di bilanci 
La stagione 2013-2014, pur caratterizzata da fasi alterne, ha fatto registrare un consuntivo vendite positivo per l'Agro-verde ma negativo per il comparto energia collocato nel gruppo sotto il marchio Mosa.


Il fatturato relativo al periodo settembre-agosto è stato di 105,202 milioni di euro in crescita sullo stesso periodo dell'anno precedente di 1.87 punti percentuali. Grande peso ha avuto il settore dell'Agro-verde che da solo, ha fatto registrare 84,7 milioni di euro in crescita di 4.88 punti percentuali.
Diversamente, il comparto energia con 20,501 milioni di fatturato è calato dell'8.93 per cento.



In un mercato che ha visto i monoasse protagonisti del 37 per cento del fatturato, i trattori del 51 per cento, le attrezzature da fienagione del 9 per cento e le macchine per la manutenzione del verde del 3 per cento, Bcs rimane il brand trainante con valori oltre al 61 per cento del fatturato. Seguono Ferrari con il 26 per cento e Pasquali con il 13.


Una grande fetta dei risultati è da attribuire all'export che ha pesato per il 62 per cento sul fatturato totale in entrambi i comparti. Le aspettative in questo senso sono in crescita visto il grande investimento del Gruppo sui mercati esteri.

Mercati su e mercati giù
L'Italia si conferma mercato chiave seguita da Spagna e Portogallo il cui andamento fa ben sperare per il prossimo anno, Turchia, Stati Uniti e Gran Bretagna. In salita anche Algeria, Corea del Sud, Grecia, Iran, Marocco, Romania e Nuova Zelanda.



 
Il mercato russo, in flessione per il comparto energia a causa dell'input statale che vuole l'acquisto di prodotti made in Russia, è positivo per il settore Agro-verde.
Importanti i risultati in centro e sud America è in primo piano la nuova filiale brasiliana aperta di recente a Caxias do Sul.

Cosa ci aspetta
Parlando di previsioni per la stagione 2014-2015, il management Bcs dipinge due diverse situazioni: una fatta dalle rassicuranti prospettive e dinamiche extraeuropee e l'altra, preoccupante, fornita dalla situazione dell'Eurozona e dell'Italia in particolare.

Una previsione improntata sulla cautela che vede i paesi storicamente congeniali al brand in fase di stallo e senza segnali di inversione di tendenza, fatta eccezione per Germania e penisola iberica, e nella quale è atteso un calo del fatturato nazionale nonostante si faccia affidamento su sostanziali aiuti dai Psr.
 

 
Buone le prospettive del mercato nord americano per il rafforzamento del rapporto dollaro-euro e per la politica commerciale attuata sul territorio che inizia a dare risposte positive.

Forte attenzione verso Cina e India dove, nel primo caso è in prospettiva l'ampliamento di gamma anche ai trattori e nel secondo, si sta allargando l'area di vendita ai paesi confinanti con il territorio indiano.

La previsione che riassume i ragionamenti esposti, si concretizza in un aumento del fatturato di 3-5 punti percentuali per il comparto Agro-verde, mentre, per il settore energia, si attendono gli esiti dei i forti investimenti volti al rilancio del marchio Mosa a livello internazionale e al lancio di nuovi prodotti.

La risposta è la ricerca
Due le grosse problematiche cui il Gruppo Bcs deve far fronte: i cloni dei monoasse immessi, sempre più numerosi, sui mercati e gli step della normativa europea sulle emissioni.

Nel primo caso, la risposta del Gruppo è la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche che mantengano alto il vantaggio competitivo di Bcs soprattutto verso quegli utenti capaci di riconoscere, anche nei paesi dove più forte è il fenomeno, la differenza qualitativa dei due prodotti all'apparenza molto simili.

Diverso è il secondo discorso, dove grande peso ha la comunità europea e le risposte che vorrà dare ai costruttori che uniti sotto il coordinamento di Federunacoma, stanno chiedendo lo slittamento dell'applicazione della fase IV per i trattori T2 e C2 ovvero gli 'stretti'.

 

Il primo gennaio 2015, entrerà in vigore, per la fascia di macchine strette con cilindrate superiori a 56 kW o 76 cavalli,  la fase IIIB.

"Ciò - spiega Carlo Cislaghi, direttore marketing Bcs -, significa disporre di una gamma per i paesi soggetti a restrizioni e una per quelli in crescita dove la tecnologia elettronica non è gestibile e la qualità del carburante non è sufficiente

La richiesta - prosegue - è di una proroga alla fase IV di ulteriori 6 anni così da permettere lo sviluppo delle tecnologie ed evitare di dover lavorare sulla fase IV ancora prima di aver iniziato con la fase IIIB dovendo sostenere costi esagerati senza contare l'impossibilità di collocare motori con tecnologia di fase IV sulle dimensioni caratteristiche degli specializzati".
 
Se la soluzione possa essere quella di optare per motori benzina non si sa, ma qualcuno ci sta pensando...