Questo, in sintesi, il pensiero della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova che - in occasione di 'Seminiamo il futuro' organizzato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) per il lancio del nuovo bando della Banca nazionale delle terre agricole - ha annunciato una "battaglia" per l'etichetta obbligatoria.
"Noi continuiamo a insistere anche in queste ore - ha spiegato Teresa Bellanova - con la Commissione europea per arrivare alla tracciabilità obbligatoria dei prodotti. Non deve essere necessario avere un'emergenza per porsi il problema di come rendere trasparente la materia prima, dove viene trasformata, e come viene confezionata. Questo è un punto fondamentale per rispondere a quelle situazioni che poi mettono in ginocchio i mercati".
"Il coronavirus è un problema per le persone, e questo ci preoccupa - ha osservato - ma per quanto riguarda il nostro settore comporta comunque dei problemi, anche se le merci possono circolare. E' un problema che si aggiunge per esempio a quello della Brexit che per il nostro settore è molto serio, ma anche a quello dei dazi che siamo riusciti a bloccare". Inoltre, non bisogna dimenticare che "c'è l'embargo della Russia, che a noi comporta un costo di 1,5 miliardi".
Per questo, secondo la ministra è necessario "lavorare a una politica di sistema complessiva e non pezzo per pezzo"; diventa perciò conseguente l'impegno per avere l'etichetta obbligatoria: "Siamo assolutamente determinati a continuare la battaglia con l'etichetta obbligatoria sulle produzioni". Teresa Bellanova ha fatto presente di aver chiesto agli altri ministri, a partire dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, di scrivere insieme una lettera alla Commissione europea; dal momento che dal primo aprile l'obbligo di indicare l'origine degli ingredienti, in vigore in Italia per diversi prodotti dal riso al latte, dovrà essere rispettato soltanto in alcuni casi. "Siamo disposti ad andare fino in fondo e a continuare questa battaglia - ha rilevato Teresa Bellanova - perché l'etichettatura obbligatoria è un dovere dell'Unione europea. E' trasparenza, e noi abbiamo il dovere di rendere chiaro al consumatore che cosa sta acquistando. Oltre a essere anche un modo per dare valore ai prodotti".