L'utilizzo di fitofarmaci in agricoltura risulta diminuito del 2.4% nel 2010. Agrofarma, Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, apprende con soddisfazione il dato Istat. Tale diminuzione delle quantità impiegate è il frutto di costanti investimenti in ricerca e sviluppo dell'industria del settore e conferma il trend positivo degli ultimi 10 anni: dal 1990 al 2010, si è registrato un calo del 32% nel consumo nazionale di agrofarmaci. I dati Istat evidenziano nel contempo che "aumenta invece, la quantità dei principi attivi consentiti in agricoltura biologica e contenuti nei prodotti fitosanitari (+22,7% rispetto al 2009)" come si legge nel comunicato stampa dell'Istituto. L'utilizzo di alcuni tipi di fitofarmaco è infatti consentito dalla normativa che disciplina la coltivazione biologica.

La Produzione integrata svolge un ruolo fondamentale in merito a questi dati in quanto consente di impiegare gli agrofarmaci solo se e quando è strettamente necessario e l'Italia è un esempio virtuoso da questo punto di vista. Tutta la filiera agroalimentare italiana vi ha da tempo investito fortemente, raggiungendo standard di eccellenza addirittura superiori e in anticipo, rispetto a quanto previsto dall'Ue in materia. Tra questi standard spicca quello della sicurezza, poiché la Produzione integrata è tanto sicura quanto quella biologica che, come detto, utilizza alcuni tipi di fitofarmaco, ammessi dalla normativa in materia.