"Il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta nel 2018 sfiora i 6,4 miliardi di euro (6,393), in deciso aumento rispetto all'anno precedente (+8%), nonostante l'andamento meteo delle stagioni non sempre favorevole e i cambiamenti climatici". Così l'assessore regionale all'Agricoltura, Giuseppe Pan, commenta le prime stime elaborate da Veneto Agricoltura sull'andamento del settore agroalimentare regionale nel 2018, in attesa del Report definitivo che sarà presentato alla vigilia dell'estate.

Alberto Negro, direttore dell'Agenzia regionale, ha evidenziato che la buona performance raggiunta nel 2018 dall'agroalimentare veneto è legata ad una serie di fattori quali, innanzitutto, l'aumento delle quantità prodotte di numerose colture (uva su tutte), mentre l'andamento dei prezzi di mercato ha inciso in maniera positiva sul valore delle colture erbacee e ha influito negativamente sulle coltivazioni legnose e sugli allevamenti.
 

Imprese

Sono 63.422 le imprese venete attive al terzo trimestre 2018 (-0,7%), un dato in linea con l'andamento del settore nazionale, che registra anch'esso una lieve diminuzione (-0,4%). La flessione ha riguardato esclusivamente le ditte individuali (51.834 unità), in calo dell'1,6%, ma che costituiscono ancora l'81,7% del totale delle imprese agricole venete. In aumento invece tutte le forme societarie. In calo dello 0,2% anche il numero di imprese del comparto alimentare veneto, mentre a livello nazionale si registra una sostanziale stabilità.
 

Occupati

Scendono del 9,5% gli occupati agricoli a livello regionale a fronte dei dati del 2017: una perdita degli addetti in controtendenza rispetto alla media italiana (+1,1%). In diminuzione sia gli occupati indipendenti (-12,5%) che dipendenti (-3,3%).
 

Import/Export

Si registra una leggera inflessione della bilancia commerciale veneta per il commercio con l'estero. Sostanzialmente sugli stessi livelli del 2017, il saldo è negativo e si attesta a circa 318 milioni di euro, -1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Praticamente invariate le importazioni e le esportazioni: le prime si mantengono a circa 5,3 miliardi di euro (+0,2%), mentre l'export si conferma di poco inferiore ai 5 miliardi di euro (+0,3%).
 

Cereali

Sono diminuite del 12% le rese ad ettaro per il grano tenero, e del 10% quelle del grano duro. a causa dell'elevata piovosità di marzo e maggio scorsi, seguiti dalla scarsità di acqua e temperature elevate ad aprile 2018.
Il mais che ha visto invece un aumento delle rese del 11%, ma il calo degli investimenti del 15% ha comunque comportato una perdita di produzione del 6%.
 

Colture industriali

Più 20% la resa della soia rispetto al 2017, nonostante la cimice asiatica e alcune anomalie dovute al caldo notturno nel mese di agosto. In aumento gli investimenti (+7%) e la produzione (+28%) a scapito del prezzo in flessione del 9%.
Tutti segni negativi a due cifre per la barbabietola da zucchero (superficie -10%, resa -13%, produzione -21% e prezzo -14%), per la quale si intravede un recupero nel 2019 considerato l'aumento del prezzo internazionale dello zucchero e del sostegno comunitario accoppiato. Male anche il tabacco (-10% produzione, -5,6% rese), bene le colture energetiche, con il girasole che aumenta rese (+5%) e produzione (+28%) e la colza che si mantiene stabile nonostante rese in contrazione (-9%).
 

Orticole

Pproblemi fitosanitari causati dall'andamtneto climatico anche per le principali colture orticole che hanno segnato rese negative con diminuzione della produzione per patata (127.400 tonnellate, -2%) e lattuga (-8%); in aumento la produzione di radicchio (134.400 tonnellate, +8%) in virtù di un incremento della superficie (+4,7%) e delle rese (+3%).
Annata negativa per le fragole, con riduzione degli investimenti e della produzione di oltre il 20%, nonostante rese e prezzi in aumento. Nel 2018 le superfici investite a orticole sono scese a circa 26.700 ettari, in calo del 3% rispetto all'anno precedente.
Si stima che le orticole in piena aria, che rappresentano il 75% degli ortaggi coltivati in Veneto, possano attestarsi su circa 23.500 ettari (-4%), mentre le orticole in serra, stimate in circa 3.850 ettari, si riducono del -2,8%; in aumento le piante da tubero (3.270 ettari, +5%).


Frutticole

Per le frutticole l'annata climatica è stata tutto sommato favorevole: si evidenzia infatti un incremento delle rese e della produzione di mele (291mila tonnellate, +24%) e di kiwi (57.400 tonnellate, +46%) anche se al di sotto dei livelli standard considerati normali per le colture.
Le condizioni meteo hanno creato problemi fitosanitari per ciliegio, pesco-nettarine e pere (queste ultime particolarmente colpite dalla cimice asiatica), portando a cali consistenti di rese e produzione. A parità di superficie, la resa del pero è scesa del -5% e la produzione del -6%, mentre le pesche-nettarine hanno visto ulteriormente ridursi la superficie dedicata (-16%), con conseguente flessione della produzione (-18%).


Vitivinicoltura

Annata eccezionale per la vitivinicoltura, agevolata da un andamento climatico altalenante, ma tutto sommato favorevole, che ha portato la produzione di uva a 16,4 milioni di quintali raccolti (+48,9% rispetto alla scarsa vendemmia del 2017).
Il vino prodotto si stima essere pari a quasi 13,4 milioni di ettolitri (+40,1% rispetto al 2017).
La superficie vitata regionale è aumentata nel corso del 2018 fino ab (+3,4%) e il prezzo delle uve registrato nel 2018 risulta essere pari a 0,63 euro/kg.
Continua ad andare a gonfie vele l'export di vino veneto con un valore di esportato, nel periodo gennaio-settembre 2018, di circa 1,58 miliardi di euro, in rialzo del +3,4%.
 

Zootecnia

Per quanto riguarda il settore zootecnico, la quantità di latte prodotta dovrebbe attestarsi a 1,18 milioni di tonnellate su base annua, in linea con la produzione 2017 (+0,6%). Il prezzo del latte crudo alla stalla ha tenuto in Veneto, con una media annua pari a 36,05 euro/100 l.
In aumento le produzioni dei principali formaggi.
All'aumento delle macellazioni di capi di allevamenti veneti del +2,7% è corrisposto un andamento leggermente sfavorevole del mercato (-1,5%). La disponibilità interna e il modestissimo incremento dei consumi non hanno favorito nemmeno le importazioni di carne fresca bovina, diminuita in quantità del -2,3% nei primi 9 mesi del 2018. Stabile la produzione di suini (+1,5%), ma con fatturato e prezzi in calo del 10%. Stagnante il consumo domestico di carne avicola che ha indotto ad una contrazione della produzione (-4%), ma prezzi in aumento del 2,7%.
Crolla la produzione di conigli (-22%) e il fatturato del settore, di cui il Veneto è leader a livello nazionale. Annata sfavorevole per le uova il cui mercato segna una contrazione dei prezzi del 4,5%.