Conclusa a Roma l’assemblea del ventennale di Unaproa, focalizzata sull’internazionalizzazione del settore e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.

Adeguarsi al cambiamento è indispensabile per sopravvivere e restare competitivi, in uno scenario mondiale completamente mutato e in movimento chi resta fermo è perduto” così ha dichiarato il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti aprendo i lavori e ricordando il traguardo dei vent'anni dalla fondazione della principale Unione italiana dei produttori ortofrutticoli.

Quella dell’internazionalizzazione, d’altra parte, è stata unanimemente riconosciuta come una delle sfide che il settore dell'ortofrutta non può più rimandare.
Se l'apertura al cambiamento è innanzitutto un atteggiamento mentale e un approccio culturale, – ha spiegato De Ponti - deve però sostanziarsi di elementi concreti”.

Sulle modalità operative del cambiamento il presidente e gli altri relatori hanno voluto condividere la ‘ricetta’ di Unaproa, che parte da una virata nel modo stesso di concepire i rapporti con i mercati esteri.
La proposta di Unaproa può essere definito un nuovo modello, distintamente italiano, per andare all'estero, in cui l’Unione suggerisce ai suoi associati proposte di aggregazione e organizzazione concrete. Primo appuntamento l’Expo 2015, identificato da De Ponti come una “leva potentissima di sviluppo; un traguardo che è in realtà un punto di partenza per presentare adeguatamente l'eccellenza della qualità della produzione italiana nel mondo”.

Il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti
Foto © Alessandro Vespa - Agronotizie

Le parole del presidente De Ponti hanno trovato pronto riscontro nell’intervento del ministro Martina che, sottolineando l'importanza di analizzare i modelli organizzativi italiani nel confronto con quelli stranieri e la necessità di mettersi sempre in discussione senza accontentarsi, si è dichiarato “molto interessato a sviluppare con Unaproa, come ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e di concerto con altri ministeri, in primis il Mise, una strategia".
"Vediamoci presto - ha concluso il ministro -  e approfondiamo assieme le risultanze dei ragionamenti che verranno fuori. Dobbiamo far leva su un potenziale straordinario di settore strutturando un'operazione congiunta”.

Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina
Foto © Alessandro Vespa - Agronotizie

Esauriti gli approcci più o meno istituzionali, il tema dell'internazionalizzazione è stato quindi trattato sotto tutti i principali punti di vista dai relatori: Fabio Del Bravo, responsabile della Direzione Servizi di mercato e supporti tecnologici dell’Ismea; Andrea Rasca, esperto di progetti di internazionalizzazione, presidente e Ceo BTGW, Joel Myers, esperto internazionale in ICT, Ceo Identity Streams Limited; Luca Lanini, professore di logistica agroalimentare, Università Cattolica di Piacenza-Cremona e Supply Chain Senior Consultant; Massimo Lucidi, direttore generale della Banca Popolare del Lazio; Riccardo Redaelli, responsabile Operativo Servizio Internazionale Centrale della Banca Popolare di Sondrio.

Quello che è emerso dal susseguirsi degli interventi è il quadro di un Paese in fortissimo ritardo sui concorrenti, appesantito nella corsa ai mercati da eccessi di burocrazia, insufficienza di strutture e sfrenati individualismi. Il risultato di questo mix devastante è un potenziale economico immobilizzato e operatori sostanzialmente incapaci di sfruttare le potenzialità offerte dal dover trattare uno dei prodotti più richiesti al mondo: il cibo italiano.

Il modello offerto da Unaproa per uscire dall’impasse prevede il potenziamento del marchio “5 Colori del Benessere” da semplice marchio collettivo a vero e proprio brand internazionale; la creazione di strutture internazionali di retail e catene di ristorazione sul modello di quanto già fatto dai Paesi nostri concorrenti; combattere il fenomeno dell’Italian Sounding e aiutare i piccoli-medi produttori a crescere. La via più immediata per iniziare questa colossale operazione parte dallo sfruttamento del web e dei social network non solo per promuovere i prodotti (funzione ancora scarsamente utilizzata), ma per lanciare in tutto il mondo il cibo italiano come prodotto da commercializzare elettronicamente. Dopo aver indicato la strada, Unaproa si limiterebbe a svolgere una funzione di sostegno e coordinamento, ha spiegato a margine dell’incontro il suo presidente.

La palla ora passa ai produttori e solo il tempo dirà come sarà giocata la partita che vale il futuro del settore.