Il contenzioso riguarda i vini Igt e le relative procedure di controllo previste a livello comunitario.

La richiesta, pervenuta dalla Regione Veneto e divenuta il 3 maggio scorso posizione unanime delle Regioni, riguarda la possibilità di poter procedere con una modalità 'a campione' nei controlli dei vini Igt;  “non si tratta - spiega l’assessore all’agricoltura del Veneto - di essere contro i controlli che devono essere obbligatori ed efficaci nell’interesse e a tutela dei consumatori ma anche non vessatori”.

 

La legge

Il rappresentante del Ministero ha però sostenuto che i controlli a campione non sono ammessi dal regolamento comunitario.

Ma, fanno notare gli esponenti regionali, il Regolamento CE 607 del 2009 all'articolo 25, paragrafo 1 secondo capoverso recita quanto segue:

La verifica annuale è condotta negli Stati membri in cui ha avuto luogo la produzione in conformità al disciplinare secondo una delle seguenti modalità: mediante controlli casuali in base ad un’analisi di rischio, oppure mediante controlli a campione, oppure mediante controlli sistematici.

Nel caso dei controlli casuali gli Stati membri selezionano il numero minimo di operatori da sottoporre a tali controlli. Nel caso dei controlli a campione gli Stati membri si assicurano, mediante il numero, la natura e la frequenza dei controlli, che essi siano rappresentativi dell’intera zona geografica delimitata e adguati al volume dei prodotti vitivinicoli commercializzati o detenuti a fini di commercializzazione. I controlli casuali possono essere combinati ai controlli a campione”.

  

Tra svista e mancata volontà

Questa - ha quindi ricordato l’assessore - potrebbe essere una banale svista, ma qui si apre il problema dei costi del controllo che sono a carico della filiera.

Un controllo sistematico, l’unico possibile secondo il ministero ma non secondo il regolamento europeo, comporterebbe aumenti di prezzo all’origine anche del venti per cento su vini Igt che in alcuni casi arrivano a costare venti centesimi al litro.

In altre parole – prosegue l'assessore -, il costo del controllo supererebbe la redditività del prodotto con una penalizzazione pesante visti i tempi che corrono, ma soprattutto inutile.

Per contro, a fronte di un sistema di gestione ordinato e di un piano di verifiche accurato, che in Veneto abbiamo già testato creando un modello da seguire anche per gli altri, la forma e la sostanza dei controlli sarebbero pienamente rigorosi e rispettati anche con la campionatura.

Il resto è chiacchiericcio, speriamo non interessato, che rischia di ricadere solo sui produttori”.