“Il condono per gli impianti delle rinnovabili non esiste”, lo ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, martedì 18 ottobre al termine del convegno promosso dalla Fondazione Riformismo e Libertà dal titolo 'Sviluppo delle energie alternative e crescita economica'.
Saglia ha quindi rincarato la dose, dicendosi "contrario all'incentivazione degli impianti nelle zone meno vocate della Penisola" e dunque all'ipotesi di introdurre nel Dl Sviluppo un correttivo perequativo applicato agli incentivi sul fotovoltaico così da uniformare il valore dell'incentivo sul territorio nazionale.
La notizia del condono è trapelata nei giorni scorsi scatenando l'opposizione di tutte le organizzazioni e le industrie del settore.
Ad essere denunciata, è stata l'intenzione di inserire nel Decreto Sviluppo (in discussione in questi giorni in sede di Consiglio dei ministri, ndr) un provvedimento contenente le basi per un 'Condono in materia di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili'.
Il provvedimento andrebbe ad interessare non solo un condono amministrativo ma anche penale per tutti quegli impianti costruiti senza autorizzazione o la cui autorizzazione è in via di annullamento in sede giudiziaria o amministrativa previo pagamento di 10 euro per kW installato
“Un provvedimento” ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, presidente Anie, “che si pone in netto contrasto con la certezza normativa che gli operatori industriali auspicano. L'industria delle rinnovabili” ha proseguito, “sta assumendo un peso importante e chiede regole certe e non passibili di mutamenti occorsi in seguito a interventi estemporanei. Non è questa” conclude “la strada per raggiungere gli obiettivi sulle fonti rinnovabili che l'Europa ci ha assegnato”.
Eguale condanna da parte di Assosolare che, per voce del presidente Gianni Chianetta, auspica al posto di provvedimenti volti a condonare le illegalità, un'accelerazione della strategia energetica nazionale.
Vergognoso per Fiper che dal ministro delle Politiche agricole dal quale, “ci si aspetterebbe una politica che premi la tutela del territorio e promuova un modello di agricoltura multisettoriale pulita e sostenibile” arrivi la proposta di una manovra che, scrivono in un comunicato, “premia i soliti furbetti, i quali, senza autorizzazione o con la stessa in via di annullamento, hanno avviato un impianto".
"Aspettiamo con ansia i decreti attuativi in ritardo di emanazione” conclude Walter Righini, presidente Fiper, “che servono a definire le nuove regole del gioco per le misure di incentivazione alla produzione di energia rinnovabile e senza i quali gli operatori onesti non riescono a pianificare i loro business plan”.