Partire praticamente dal niente. O forse, partire soltanto dopo avere messo in tasca tutte le esperienze necessarie per inseguire da solo il proprio sogno. Questo è Dirk Putteman, fondatore di Belchim Crop Protection.

Durante la visita alla stazione sperimentale di Londerzeel, in Belgio, Dirk Putteman si è raccontato ad Agronotizie nel modo a lui più congeniale: semplice nei concetti, efficace nei contenuti. Dopo una carriera spesa in alcune multinazionali del settore agrochimico, nel 1987 decide essere venuto il momento di fare da sé.

"A quei tempi - ricorda Putteman - le registrazioni dei generici erano facili, anche se le marginalità non erano altissime". Da subito capisce però che la strada da seguire non è la banalizzazione del catalogo, bensì la crescita dell'azienda mediante collaborazioni e partnership qualificate.
Nella storia della Belchim 'prima maniera' passano, così, rapporti con Rohm & Has, Schering, Fermenta, American Cyanamid. Molte delle aziende partner del passato, in un modo o nell'altro, sono scomparse. I prodotti a marchio Belchim, invece, sono ancora oggi sugli scaffali delle rivendite agrarie.
"Dopo cinque anni - prosegue - è entrata nel pacchetto azionario di Belchim la giapponese Isk, che nel 2000 ha raggiunto il 25% del capitale, seguita poco dopo da FMC, con il 20%. Belchim, per contro, ha acquistato una piccola quota azionaria di Isk". Da subito emerge quindi una grande capacità di legarsi in modo intelligente ad aziende funzionali per operatività ai progetti di crescita dell'imprenditore belga.

Oggi Belchim occupa circa duecento persone ".. qualificate e adeguatamente motivate e responsabilizzate - sottolinea Putteman - al fine di creare un ambiente fortemente indirizzato al risultato". Capacità di selezione, e di conseguente delega delle responsabilità, sono quindi i punti chiave del rapporto con le risorse umane in Belchim Crop Protection. Una strategia che evidentemente porta risultati: oggi l'azienda raccoglie in totale circa 250 milioni di euro di fatturato ed è la seconda realtà belga dietro solo a Bayer.
"Visti i tassi di crescita, si punta a un obiettivo di 350 milioni nel giro di quattro o cinque anni - profetizza Putteman - anche se a una crescita veloce preferisco sempre una crescita più lenta ma di qualità". Questo perché Dirk Putteman è ben conscio che solo i risultati che si basano sulla qualità sono sostenibili nel lungo periodo. Le dinamiche grazie alle quali Belchim è progredita in modo solido e veloce sono poche ma chiare.

Innanzitutto, Belchim è concepita come un network di relazioni, interne ed esterne, all'interno del quale possano circolare velocemente le informazioni e le competenze. In secondo luogo, si è sempre investito in modo crescente in sviluppo, per conferire all'azienda maggiore credibilità e una connotazione sempre più solida. Infine, ultimo ma non meno importante, si vuole continuare a portare al mercato prodotti di elevata qualità a costi sempre più contenuti. Questo obiettivo viene perseguito consolidando tre differenti fronti: sul primo s'intende sviluppare e distribuire prodotti frutto di ricerca, come flonicamid (Teppeki), cyazofamide (Mildicut/Ranman) e carfentrazone (Spotlight Plus), e ciò e assicurato dalle partneship con le grandi multinazionali. Sul secondo fronte Belchim continua ad acquisire prodotti storici di riconosciuto valore, sui quali produrre in proprio i dossier necessari alla loro difesa a livello europeo.
Ciò è quanto Belchim ha fatto per esempio con sostanze attive blasonate come folpet e cymoxanil. Infine il terzo fronte: le dimensioni 'compatte' e l'agilità di Belchim sono infatti ottimali anche per recuperare quei prodotti che aziende di maggiori dimensioni non reputano più strategici, come ad esempio il metobromuron e il piridate, due erbicidi che hanno ancora oggi tutta la loro valenza tecnica su numerose colture orticole, il cui diserbo appare sovente complesso, come quello della cipolla tanto per citarne uno.

"L'importante - punteggia - è ripartire il rischio. Molto meglio essere presenti su di un numero elevato di colture di media-piccola diffusione, piuttosto che investire tutto su poche colture importanti, dove la concorrenza delle 'grandi' è molto più accesa. Ci sono colture cosiddette 'piccole' - ribadisce Putteman - che offrono spazi importanti ad aziende 'leggere' e flessibili come Belchim. Questo però non toglie che sulle colture strategiche non si voglia investire. La vite, per esempio, è una coltura su cui abbiamo strutturato un'offerta tecnicamente molto solida e in cui confidiamo molto".
"Dal punto di vista geografico - cambia tema Putteman - Belchim intende consolidarsi essenzialmente nei Paesi EU, anche se ci sono progetti di espansione nei Balcani. Sempre con calma e molta prudenza…" sottolinea con un sorriso.

Circa l'Italia, la storia è relativamente breve. Dopo un inizio in sordina, con una struttura leggerissima e pochissimi prodotti a catalogo, la società si è progressivamente strutturata acquisendo sul mercato le competenze di cui oggi va fiera. Una 'campagna acquisti' che ha rafforzato il team italiano di Belchim sia sul fronte commerciale, che sul fronte tecnico. "Oggi - riassume - possiamo contare su di una squadra che opera sul territorio con grande credibilità e interloquisce con il mondo tecnico italiano con competenza".
Una delle numerose peculiarità di Belchim risiede infine nell'azienda sperimentale di Londerzeel [leggi l'articolo correlato], fortemente voluta e fondata nel 2006 proprio da Putteman. Sui suoi 12 ettari di superficie si svolgono ogni anno numerose prove, sia di sviluppo che di screening, per migliorare le conoscenze tecniche dei diversi prodotti.

"Nella stazione di Londerzeel - riassume Putteman - lavorano a tempo pieno tre sperimentatori, coadiuvati nell'operatività quotidiana da una decina di avventizi. Focalizziamo soprattutto sulle colture orticole e speciali, dove intendiamo investire di più". Ma la stazione sperimentale non è solo sede di lavoro per l'R&D: "Ogni anno organizziamo un tour di visite alle prove, per coinvolgere direttamente nelle nostre attività di sviluppo differenti interlocutori: aziende partner, tecnici, clienti, officials, colleghi e perfino concorrenti!".

L'ultima domanda è sulle sue preferenze sportive: tra un match di football e il Giro delle Fiandre Putteman non ha dubbi e con una risata sbotta: "Il Giro delle Fiandre!". Scopre quindi la mia passione per il ciclismo e si attacca al telefono: sta chiamando Eddy Merckx, grande campione Belga e suo amico di lunga data, per chiedergli se può venire a cena alla stazione sperimentale. Peccato: non può. Ma di occasioni per organizzare qualcosa di originale con Dirk Putteman, credo che in futuro ve ne saranno ancora molte. E non solo tra i campi della stazione di Londerzeel.