I seguenti nomi sostituiranno le sigle con cui i genotipi erano stati inizialmente registrati
Clicca sull'immagine per ingrandirla
I nomi Termantis e Nermantis possono essere associati ad entrambi gli incroci Teroldego x Merzling in quanto rimarcano caratteristiche comuni alle due varietà. In particolare: la bacca rossa, la sua resistenza, la maturazione precoce rispetto alla media, il colore rubino molto intenso e ovviamente il nome dei due vitigni da cui stato incrociato.
Quindi la sigla "F22p09" verrà chiamata Termantis: dall'unione delle prime lettere di Teroldego e Merzling nasce un nome per un vitigno "temerario" che non teme nulla grazie alla sua resistenza e produttività. La sigla "F22p10" invece Nermantis: il naming nasce dall'unione delle parole "nera" e "manto" che descrive il colore scuro dell'acino dell'uva di questo nuovo vitigno.
La sigla "F23p65" incrocio FR 945-60 x Merzling nome che rimarca le caratteristiche specifiche di questo vitigno, in particolare il riferimento alla produzione vino base spumante con buone note fruttate, sapido e con struttura, per questo è stato scelto il nome Charvir: l'iniziale Char riprende il termine Chardonnay mentre Vir (verde in latino) valorizza il colore dai riflessi verdi della bacca.
Infine la sigla "F26p92" incrocio Nosiola x Bianca si chiamerà Valnosia: il termine Val rimanda alla valle, al territorio e alla natura con un riferimento sottile alle vallate in cui è presente il Nosiola (Valle dei Laghi, Vallagarina, Valle del Sarca). La desinenza finale Nosia è una contrazione di Nosiola come ulteriore rimando al vitigno principale di origine.
Grappolo F26P92
"E' una grande soddisfazione per la Fondazione Edmund Mach completare con questo ultimo tassello la scelta dei nomi, un percorso articolato e impegnativo, frutto del paziente lavoro dei nostri ricercatori" spiega il presidente della Fem Mirco Maria Franco Cattani. "Un risultato che conferma l'impegno dell'agricoltura del Trentino, determinata a perseguire la strada di una viticoltura sempre più sostenibile. I nomi individuati, che vanno di fatto a sostituire le sigle inizialmente attribuite alle varietà, richiamano i genitori di queste nuove accessioni che, assieme a Civit, ci auguriamo possano venire accolte con interesse da parte dei produttori locali e non solo".
A fargli eco Enrico Giovannini, presidente del Civit. "Era importante trovare dei nomi allettanti che potessero dare lustro alle caratteristiche delle nuove varietà, iscritte al Registro nazionale lo scorso giugno, e dare merito alle origini trentine. Sono nomi maggiormente memorizzabili e appetibili per i fruitori finali. Spero che il mondo vitivinicolo accolga positivamente i nuovi vitigni e i nomi che portano. Se siamo arrivati a questo risultato è grazie alla fruttuosa collaborazione con la Fondazione Mach".
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Fondazione E. Mach