Negli ultimi anni l'albicocco è stata una delle specie fruttifere che ha visto i cambiamenti maggiormente significativi, sia dal punto di vista varietale che agronomico. Il risultato è stato un prodotto di maggiore qualità e con una finestra commerciale più ampia, che ha permesso alla filiera di crescere e di avere interessanti prospettive future.

Una delle aziende protagoniste di questa crescita sono i Vivai Escande, molto attenta alla ricerca ed all'introduzione di nuove varietà. Negli ultimi anni hanno prodotto diverse nuove interessanti cultivar grazie ad un'intensa attività di miglioramento genetico. "Per quanto riguarda l'albicocco - spiega Edwige Remy dei Vivai Escande - le varietà recentemente introdotte sono risultate fortemente innovative e di valore, tanto da essere utilizzate da molti agricoltori per costituire nuovi impianti. Le loro caratteristiche sono risultate appettibili dal mercato e dai consumatori per aspetto esteriore, qualità organolettiche e conservabilità. In modo particolare abbiamo lavorato su piante a maturazione precoce. Recentemente abbiamo lanciato Tsunami®EA5016*, Samourai®EA5034*, Ninja®EA5040*, Early Kioto*. Senza dimenticare Big Red®EA4006* e Kioto*, meno recenti ma di grande successo. Le nostre varietà sono orientate ad un prodotto di qualità: sapore dolce ed aromatico, intensa colorazione arancio della buccia con esteso sovraccolore rosso (blush), forma rotonda del frutto, bassa acidità della buccia, polpa soda e croccante dell'elevata conservabilità. Le piante inoltre devono essere resistenti alle principali malattie e facili da gestire, per una corretta sostenibilità ambientale ed economica." 

La varietà e la sua scelta diventano quindi elementi determinanti per soddisfare le esigenze del produttore e del mercato. Il miglioramento genetico negli ultimi anni è stato particolarmente attivo nell'albicocco, ma di strada da fare c'è ne ancora. "Attualmente abbiamo 17 ettari impiantati ad albicocco nella regione francese di Perpignan - continua Remy -, dove ci sono degli ibridi che osserviamo da qualche anno. Dopo aver lavorato sull'anticipo dell'inizio di stagione produttiva ci stiamo concentrando sull'allungamento della nostra gamma varietale verso il periodo tardivo (dopo Kioto). Inoltre stiamo cercando d'individuare il gene dell’autofertilità per avere piante capaci di produrre senza l'obbligo d'impollinatori, allo scopo di dare all'imprenditore agricolo una produzione più sicura e costante".