L'attualità del panorama agricolo ricorda i personaggi di un libro. In alcuni casi appaiono molto lontani tra loro, sia geograficamente che per le vicende che li vedono protagonisti, ma alla fine, incanalati nel medesimo imbuto, danno vita ad un unico fluire della narrazione.
Così, l'imprenditore agricolo impegnato nel processo decisionale che lo porterà a definire la strategia aziendale, deve essere in grado di cogliere i tratti salienti di ciascuna trama e costruire l'intreccio ideale per la propria realtà produttiva.

Tra i paletti dello slalom, la crisi finanziaria che dal 2008 non concede tregua, l'instabilità dei mercati e la volatilità dei prezzi, l'aumento dei costi di produzione e i processi evolutivi che interessano la Politica agricola comunitaria.

Lo studio del contesto e la sua traduzione in dati economico-finanziari da parte di esperti ed associazioni, può rappresentare un efficace strumento di guida nel tortuoso percorso verso il processo decisionale. Lo scorso 11 febbraio l'Istat ha pubblicato un'indagine di rilevazione contenente i dati relativi alle semine effettuate nell'annata agraria 2009-2010 ed alle previsioni per l'annata corrente. I dati, come spiegato dall'Istituto, sono stati rilevati tramite l'osservazione di un campione composto da circa 9mila aziende.

L'analisi ha tenuto conto del panorama nazionale e mondiale. In particolare, per quanto riguarda l'evoluzione della Pac, si è sentito il peso dell'articolo 68 del Regolamento CE 73/2009, inserito in seguito all'accordo politico del Consiglio dei ministri sull'Healt Chech del 20 novembre 2008 e, da cui, è nato il DM attuativo del 29 luglio 2009.
Si tratta di un Sostegno specifico di erogazione di pagamenti supplementari rivolto a cinque tipologie di misure e che riguarda, tra l'altro, anche i seminativi.

“Lo studio Istat sulle intenzioni di semina 2010-2011 delle principali colture” che evidenzia non poche variazioni rispetto all'annata precedente, “conferma le gravi difficoltà degli agricoltori, sempre più oberati da costi produttivi, contributivi e burocratici; da prezzi non remunerativi e da redditi in forte calo” è stato il commento della Cia.

Un dato significativo si riferisce ai terreni a riposo aumentati del 19,1% rispetto alla precedente annata 2009-2010. Le motivazioni sono riconducibili alla rotazione agronomica nel 43,8% dei casi, alle incertezze sul mercato e alla scarsa remuneratività dell'attività in ben 29,2 casi ogni cento e, infine, alle condizioni meteorologiche avverse che, insieme ad altre cause, vanno a costituire il 27% delle risposte.

“Il maltempo” conferma Cia, “soprattutto nei mesi di ottobre e novembre ha avuto conseguenze rilevanti nel lavoro dei campi. Molti i produttori di cereali che non hanno potuto seminare”.

Scindendo il dato per tipo di coltivazione, risulta un forte dinamismo nella variazione delle superfici investite o disinvestite da parte delle aziende. Secondo Istat, ciò sarebbe il sintomo di una maggiore attenzione dei conduttori verso l'andamento dei mercati e le oscillazioni dei prezzi agricoli. Fanno eccezione e risultano essere piuttosto stabili i settori del riso, delle foraggere, le ortive e le patate.

Secondo Confagricoltura però, “molti terreni sono rimasti temporaneamente a riposo per rotazione in vista delle semine primaverili di mais e soia al Nord e di girasole al Sud”. Per questo “riteniamo”, spiega l'organizzazione, “che il dato relativo alle superfici non coltivate verrà dimezzato”.

Procedendo nell'analisi dei dati forniti dallo studio, si registra innanzitutto una diminuzione delle superfici a frumento duro e tenero. Meno 13,5% per il primo e un più ridotto calo di 5 punti percentuali per il secondo. Il dato per il tenero è riconducibile ad un disinvestimento nel Nord della penisola: i dati relativi alle superfici investite al Centro sono in crescita. Ribaltata la situazione per il duro che vede in calo le superfici investite soprattutto al Centro.

Crescono le superfici a mais da granella (+5,8%), sorgo (+54,8%), orzo (+18,4%) e avena (+5,9%). Tra i semi oleosi sono in aumento il girasole con +9,3%, la soia che cresce di 15,3 punti percentuali ed è in calo la colza che perde 19,5 punti percentuali.

Calano, specialmente al Sud, le superfici destinate alle ortive con particolare riferimento al pomodoro (-15,5%); crescono, di contro, (+8,8%) le superfici investite a legumi freschi.
I dati relativi alle leguminose da granella rilevano un -19,8% per le superfici a piselli e un consistente -27% per fagioli e fave. Cresce, infine, la superficie a patate (+16,5%) e rimane stabile il dato per le foraggere temporanee.

Da rivedere, almeno in parte, i dati Istat secondo Confagricoltura.
“Le indagini sulle semine sono state condotte a novembre-dicembre scorso”
spiega l'associazione, “in quell'epoca le condizioni del maltempo rendevano impossibili le semine in molte aree del paese spingendo gli agricoltori, specie al Centro-Sud, verso considerazioni poi riviste a gennaio. In tale epoca inoltre il grano duro è tornato ad essere una produzione interessante per gli agricoltori grazie all'aumento di 14 punti  percentuali dei prezzi”.

Meno ottimiste Cia e Copagri.
La Cia vede nel quadro disegnato dall'Istituto di statistica “l'immagine di un’agricoltura in affanno non supportata da valide misure”.
“I dati Istat” secondo Copagri, “confermano un diffuso clima di sfiducia nelle nostre campagne” imputabile, spiegano, alle ricadute della Pac, all'instabilità dei mercati e alla volatilità dei prezzi.
Anche in questo caso a mancare, secondo Copagri, l'attenzione verso il settore agricolo e un organico disegno di politica agraria accompagnato da un adeguato intervento pubblico.

 

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Le intenzioni di semina delle principali colture erbacee Annata agraria 2010-2011