L'Umbria vuol puntare sulle sue filiere agroalimentari e lo ha fatto, e continua a farlo, mettendo a disposizione un totale di 38 milioni di euro di risorse in questi ultimi anni.

Lo strumento centrale è ed è stato la Sottomisura 16.4 del Psr, denominata appunto "Sostegno alla cooperazione orizzontale e verticale tra gli attori della filiera per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e dei mercati locali".

In totale fino ad oggi sono stati stanziati 30.356.635,07 euro per i bandi di cooperazione e sviluppo delle filiere e 7.643.364,93 euro per le attività promozionali legate alle filiere stesse.

Andando nel dettaglio 2.351.086,78 euro sono stati destinati alla filiera dei cereali, 4.315.411,61 euro per la filiera del latte e 5.754.001,61 euro per la filiera della frutta in guscio, in bandi chiusi tra il 2019 e il 2020.

Altri 11.036135,07 euro sono stati invece assegnati alla filiera olivicola in un bando che ha visto molti rinvii di scadenza e che si è chiuso a fine 2021.

Inoltre sono stati messi a disposizione 5.400.000 euro per la costituzione della filiera del tartufo in un bando da poco aperto, che destina 4,4 milioni alle aziende agricole per l'impianto di 400 ettari di tartufaie da tartufo nero e 1 milione di euro per le imprese che operano nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti.

Infine, di questi giorni lo stanziamento di 1.500.000 euro per la costituzione e lo sviluppo della filiera del luppolo, che vedrà 1 milione di euro per gli investimenti agricoli e 500mila euro per le aziende di lavorazione.

Una scelta quella della promozione della filiera del luppolo che va sia nella direzione di sostenere le sempre più numerose attività dei birrifici artigianali, sia in quella di offrire possibilità di diversificazione delle produzione alle aziende che tradizionalmente producevano e lavoravano il tabacco e che ora stanno vivendo un periodo di crisi.