Continua la conta dei danni da maltempo in Puglia, dove l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari Leonardo di Gioia ha già attivato gli uffici tecnici provinciali in vista della richiesta al ministero per le Politiche agricole di declaratoria di stato di calamità.
L'attivazione delle procedure per la richiesta dello stato di calamità è stata già inoltrata sia dalla Coldiretti Puglia che dalla Cia Puglia.

E propio la Cia Puglia ha monitorato costantemente la situazione. "Alla luce degli ormai arcinoti limiti del decreto legislativo 102/2004 che non garantisce un adeguato ristoro dei danni considerato l'esiguo plafond del fondo di solidarietà, la Cia Puglia propone da tempo di costituire un fondo assicurativo coperto dalla fiscalità generale e dalle risorse del Psr" afferma il presidente regionale della Cia Puglia Raffaele Carrabba"Rinnoviamo, inoltre, alla Regione Puglia la richiesta di concedere ulteriore carburante agricolo agevolato, in considerazione dell'intensificazione delle operazioni colturali e dei trattamenti successivi al maltempo".
 

A Bari e Bat colpita l'uva da tavola

Nelle province di Bari e di Barletta-Andria-Trani le ondate di maltempo che si sono succedute nel mese di agosto e gli sbalzi di temperatura stanno mettendo a dura prova un importante segmento della produzione agricola del territorio: l'uva da tavola.
Dei circa 35mila ettari di superficie ad uva da tavola della Puglia, oltre 15mila sono nelle province di Bari e Bat, con una produzione di circa 4,5 milioni di quintali. E le avverse condizioni atmosferiche sembrano aver apportato danni molto ingenti.
 

Lecce, colpite le viti di Primitivo e Negroamaro

Temporali, grandinate e allagamenti si sono abbattuti su tutto il Salento a macchia di leopardo. Più colpita la zona jonica, da Gallipoli a Nardò e Porto Cesareo.
Ad avere la peggio nel leccese è stata la vite, nel periodo più delicato di formazione dei grappoli e nella zona più significativa per il comparto in questo momento: Leverano, Guagnano, Copertino, la zona della Doc del Salice Salentino. Danneggiate le uve a bacca rossa, Negroamaro e Primitivo.
"Sarà certamente una campagna al di sotto delle aspettative - spiega Benedetto Accogli, presidente della Cia Salento - sicuramente abbiamo perso il +15% pronosticato a inizio estate, anche se il maltempo ha accelerato le operazioni di vendemmia per evitare che umidità e muffe si insinuassero e il prodotto sano fosse a sua volta colpito da batteriosi, intervenendo a discapito della qualità del vino, che è invece stata tutelata".
 

Taranto, perdite fino al 50% negli oliveti e vendemmia compromessa

Particolarmente critica la situazione nella provincia di Taranto, interessata da fenomeni temporaleschi violentissimi.
Le distese di olivi all'indomani delle piogge torrenziali certificano le perdite del settore: campi off-limits per giorni, causa allagamenti che non hanno consentito di effettuare regolarmente le pratiche agricole. In alcune zone si registrano perdite della produzione olivicola per almeno il 50%.

Al dato si aggiungono i danni provocati alle piante dalla grandine e gli attacchi dei patogeni, determinati da abbondante acqua e umidità, che hanno aggredito anche i vitigni. Il maltempo ha messo ko i vigneti, la grandine ha macinato gli acini e compromesso irreparabilmente la vendemmia.

Situazione analoga nella provincia di Brindisi, che seppur colpita marginalmente nella parte Sud al confine con il Salento ed il Tarantino, ha subito danni ingenti all'uva da vino.
 

Foggia, giù le rese del pomodoro

L'impressionante grandinata e i nubifragi che hanno interessato il Gargano da Rodi a Lesina fino alla città capoluogo, hanno letteralmente sommerso interi campi di pomodoro, generando inevitabilmente una dolorosa contrazione delle rese nel Nord della Puglia e determinando un abbassamento della produzione media che si attesta così tra i 600 e i mille quintali per ettaro, a seconda delle zone.

Si registrano pesanti danni anche all'olivicoltura, all'uva da vino e agli agrumi. Secondo le prime stime, il maltempo ha mandato in malora fino a quasi il 30% della produzione di uva da tavola. E le fitopatologie hanno fatto il resto.

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